Il Comsubin non grida “Decima” alla parata del 2 giugno: il Comandante degli incursori spiega il perché
Durante la tradizionale parata militare del 2 giugno, il Comsubin, Raggruppamento subacquei e incursori della Marina Militare, ha scelto di non gridare “Decima” mentre sfilava sotto le tribune, contrariamente a quanto accaduto negli anni precedenti.
La scelta del Comsubin di non gridare “Decima” durante la parata del 2 giugno
La decisione, come spiegato dal comandante Massimiliano Rossi al quotidiano La Verità, è stata presa per evitare strumentalizzazioni politiche e inutili polemiche durante il periodo elettorale.
Il legame storico tra il Comsubin e la Decima MAS
Il Comsubin è considerato l’erede della Decima MAS (Motoscafi Armati Siluranti), un reparto della Marina divenuto celebre dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando il principe Junio Valerio Borghese lo rese un’unità autonoma al fianco della Repubblica di Salò. Nonostante il legame storico, il comandante Rossi ha preferito non sacrificare l’onore del reparto sull’altare delle strumentalizzazioni per fini personali.
La polemica nata dal video della campagna elettorale di Roberto Vannacci
La polemica è nata in seguito a un video della campagna elettorale di Roberto Vannacci, in cui il generale invitava i cittadini a fare una “decima”, ovvero una “X”, sul simbolo della Lega. Il comandante Rossi ha sottolineato che il suo compito è servire la patria e che preferisce evitare polemiche, specialmente quando provengono da persone che non conoscono la storia del reparto.
L’omaggio ai caduti: il gesto dei soldati del Comsubin davanti al Vittoriano
Durante la sfilata, i militari del Comsubin hanno lasciato cadere delle rose davanti al Vittoriano, l’Altare della Patria. Questo gesto, secondo il comandante Rossi, non deve essere interpretato come una forma di protesta per il mancato grido, ma come un omaggio ai caduti, una tradizione che viene ripetuta ogni anno.
La scelta del comandante Rossi di non far gridare “Decima” al Comsubin durante la parata del 2 giugno riflette la volontà di mantenere il reparto al di sopra delle dispute politiche, preservandone l’integrità e il valore storico. In un momento in cui le tensioni politiche sono elevate, questa decisione mira a tutelare l’immagine delle forze armate e a garantire che il loro operato sia sempre al servizio della nazione, al di là delle strumentalizzazioni di parte.
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