Il carabiniere e le notizie in cambio del trasferimento alla sezione di Polizia Giudiziaria
Ambiva a ottenere il trasferimento alla sezione di polizia giudiziaria della procura di Ravenna, cercando di avere la meglio su chi, a suo dire tra i colleghi, cercava di “fargli le scarpe”. Un luogotenente dei carabinieri nell’estate del 2019 ha iniziato a scriversi con un ex parlamentare, cercando un’intercessione con l’allora procuratore capo.
La vicenda ha preso una piega oscura, con l’accusa di corruzione e accesso abusivo a sistema informatico che pende sul militare. L’inchiesta ha rivelato richieste assillanti da parte del carabiniere, che è stato anche sottoposto agli arresti domiciliari. Era consapevole che l’assegnazione nella sezione di polizia giudiziaria doveva essere approvata dal procuratore capo e dal procuratore generale con un provvedimento congiunto, ma ha cercato l’aiuto dell’ex parlamentare per ottenere un favore.
Il politico ha tessuto una rete di conoscenze e si è impegnato per inserire il militare negli uffici ai piani alti del Palazzo di giustizia. Tuttavia, l’attesa si è fatta più lunga del previsto e il luogotenente ha iniziato a chiedere aggiornamenti sulla sua domanda di trasferimento, sospettando che alcuni colleghi cercassero di ostacolarlo.
Le richieste di favori da parte del politico sono iniziate presto, tra le quali dettagli su un’auto che stava seguendo un amico. Poi, finalmente, il 23 gennaio 2020, arriva il lieto annuncio: “Tutto firmato”. Il trasferimento ufficiale arriva il 26 febbraio successivo, con un messaggio di conferma da parte dell’ex parlamentare.
Le indagini hanno rivelato anche accessi abusivi al sistema informatico delle forze dell’ordine, sia prima che durante il passaggio alla sezione di polizia giudiziaria, ma solo tre di essi sono stati collegati direttamente all’intervento del politico. Il carabiniere è accusato di avere commesso tali atti in qualità di pubblico ufficiale, abusando dei doveri inerenti alla sua funzione e accesso abusivo al sistema informatico.
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