Il carabiniere che denunciò la mancata iniezione aveva ragione
Il carabiniere che nelle scorse settimane denunciò la mancata iniezione del vaccino contro il Covid al Vax Point di Casale sul Sile aveva ragione. Ieri, infatti, al militare è stata inoculata la 1^ dose dopo che i test a cui è stato sottoposto hanno dimostrato che nel suo corpo non esiste alcuna risposta anticorpale al virus Covid-19. Il caso era montato lo scorso 2 maggio quando il carabiniere, nonostante la puntura al braccio, aveva visto l’infermiera gettare via la siringa con il siero da inoculare ancora all’interno.
Subito erano quindi scattate le indagini di rito per capire se potesse trattarsi di un caso di “no vax” o di una sfortunata svista, tesi sempre sostenuta dall’infermiera, dai suoi colleghi e dall’Ulss 2.
La donna, infatti, è riconosciuta come una stimata professionista con oltre 30 anni di servizio alle spalle nell’assistenza domiciliare, tanto che era stata lei stessa a offrirsi come volontaria per le vaccinazioni, oltre al fatto che in precedenza era stata già vaccinata contro il Covid. Nonostante questo, però, la sua posizione oggi si aggrava in quanto il militare quel giorno non ha effettivamente ricevuto la dose di vaccino prevista. A carico della donna è già stato aperto un fascicolo d’indagine per omissione d’atti d’ufficio e falso e nel frattempo è stata sospesa in via cautelativa dalla Direzione sanitaria, ma sarà ora la Procura di Treviso a decidere come proseguire nelle indagini.