Il Boom della Difesa: dall’Industria Bellica Pioggia di Profitti in Borsa
La corsa al riarmo europeo sta ridisegnando gli equilibri di mercato, con un rally significativo dei titoli della difesa. Il report di Borsa Italiana conferma che Leonardo ha segnato un +8% nella seduta del 18 febbraio 2025, mentre il colosso tedesco Rheinmetall ha registrato un’impennata del 14%, toccando nuovi massimi storici.
Secondo i dati ufficiali del SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), la spesa militare globale ha raggiunto nel 2023 i 2.240 miliardi di dollari, con un aumento del 3,7% rispetto all’anno precedente. Un trend che Bloomberg conferma essere in costante accelerazione, spinto dalle tensioni geopolitiche e dalle nuove esigenze di difesa europea.
Le prospettive del settore, come riporta Infodifesa, sono ulteriormente rafforzate dalla possibile esclusione delle spese militari dal Patto di Stabilità UE. Una mossa che potrebbe liberare ingenti risorse per il comparto della difesa, già in forte espansione.
Bolla o Nuovo Oro della Difesa?
Ma dietro questi numeri da capogiro si nasconde l’ombra di una potenziale bolla speculativa? Come sottolinea sarcasticamente alcuni analisti, stiamo assistendo alla paradossale situazione in cui la paura della guerra genera più profitti della pace stessa. Eppure, finché i venti di guerra soffiano forte e i governi continuano ad aprire i cordoni della borsa, questa “bolla khaki” sembra destinata a gonfiarsi ulteriormente. Il settore non aveva mai visto una tale concentrazione di capitali dai tempi della Guerra Fredda. Un gioco pericoloso dove, come sempre, qualcuno sta già contando i profitti mentre altri potrebbero ritrovarsi con il cerino in mano.
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