I ruoli si ribaltano: I borseggiatori denunciano i cittadini che li filmano o li fermano
Il cortocircuito delle leggi
A Venezia i ruoli sembrano essersi ribaltati: non sono più solo i borseggiatori a dover rispondere dei loro furti, ma i cittadini stessi che li filmano o li trattengono in attesa delle forze dell’ordine. Colpa di un intreccio normativo che rischia di trasformarsi in un boomerang.
Con la riforma Cartabia, infatti, i furti con destrezza – tipici dei borseggi – sono diventati reati procedibili a querela e non più d’ufficio. In altre parole, la polizia può intervenire solo se la vittima presenta denuncia. Questo svuota di efficacia l’intervento immediato degli agenti e rende rischioso l’agire dei privati: trattenere qualcuno contro la sua volontà può configurare sequestro di persona, reato grave.
I “Cittadini non distratti” nel mirino
Negli ultimi anni è nato il gruppo dei “Veneziani non distratti”, che riprende i borseggiatori in azione con i cellulari e diffonde i video online per avvertire residenti e turisti. Non solo: in diversi casi i membri del gruppo hanno fermato i ladri in attesa della polizia.
Risultato? Alcuni borseggiatori hanno iniziato a denunciare i cittadini, accusandoli di aggressioni, violazione della privacy, stalking. Una situazione surreale che rischia di capovolgere la dinamica tra “guardie e ladri”, rendendo colpevoli coloro che cercano di difendere la città.
La posizione della polizia locale
Il comandante della polizia municipale, Marco Agostini, lo spiega con chiarezza: «I cittadini non devono sostituirsi alle forze dell’ordine. Lo Stato ha il monopolio della forza e i privati non possono trattenere una persona se non in casi di reati procedibili d’ufficio. Per i borseggi non è così».
Lo stesso Agostini avverte: «Nel peggiore dei casi si può configurare il reato di sequestro di persona. Anche filmare, diffondere immagini o inseguire i ladri può tradursi in stalking o violazione della privacy».
Il messaggio è netto: l’azione dei cittadini, per quanto animata da buone intenzioni, rischia di diventare illegale.
La politica: “Leggi da cambiare subito”
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro denuncia da tempo il vuoto normativo e rilancia la sua proposta: un “giudice di pace della sicurezza” che possa comminare fino a 12 giorni di carcere immediato per chi ruba.
Sulla stessa linea il presidente del Veneto Luca Zaia, che invoca strumenti concreti come il braccialetto elettronico per i recidivi: «Se cittadini, gondolieri e commercianti sono costretti a rincorrere i ladri, è perché le leggi non li fermano. Serve un cambio radicale».
C’è anche chi alza il tiro: il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari propone di togliere i figli ai genitori che li mandano a rubare.
Le voci della società civile
Secondo Matteo Masat, direttore di Confartigianato Venezia, «siamo alla follia: i criminali conosciuti e fermati decine di volte continuano ad agire, mentre i cittadini rischiano denunce per stalking. Non sono disperati che rubano per fame, ma bande organizzate».
Diversa la lettura di Daniele Giordano, segretario Cgil Venezia: «Il vero problema è l’assenza delle istituzioni. I cittadini si sono inventati forme di tutela perché lo Stato non ha garantito sicurezza. Non serve ribaltare i ruoli tra guardie e ladri, ma rafforzare le forze dell’ordine».
Un’escalation di tensione
La situazione è diventata incandescente: borseggiatori che usano spray al peperoncino contro chi li ostacola, furti persino durante le messe, aggressioni a troupe televisive. I cittadini rispondono con proteste simboliche, come il finto nizioleto affisso in Calle della Mandola con la scritta “Calle Pickpocket”.
Ma ora, con i borseggiatori che denunciano chi li riprende o li ferma, Venezia rischia un paradosso insostenibile: i ladri restano liberi, mentre i cittadini finiscono sul banco degli imputati.
Una bomba a orologeria
«Noi che segnaliamo i furti rischiamo di diventare i colpevoli. È paradossale» denuncia Monica Poli, la celebre “Lady Pickpocket” in prima linea contro i borseggi.
Il comandante Agostini conferma la gravità del quadro: «Un procuratore ha lasciato libera una borseggiatrice consegnata da una guardia giurata, proprio per ribadire che i cittadini non devono sostituirsi alla polizia».
Intanto i furti aumentano e i turisti restano le vittime predilette, mentre i cittadini si ritrovano senza armi legali per difendersi.
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