Guerini rassicura l’Iraq: “I nostri militari rimangono a Bagdad”
“L’Italia considera la lotta al terrorismo una priorità e ritiene imprescindibile la presenza della Coalizione e dei suoi assetti pregiati anche per il futuro, ma auspico il rafforzamento della Nato Mission Iraq. La presenza italiana in Iraq, fin quando benvenuta dal popolo iracheno, non è in discussione”. Il ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini è rientrato a Roma da 3 giorni di vista in Iraq, in Kurdistan e Kuwait. E conferma qualcosa che non è scontato, l’impegno italiano a mantenere la sua missione militare nel paese arabo.
Accompagnato dal capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Enzo Vecciarelli, Guerini ha salutato i militari schierati nelle varie basi italiane e soprattutto ha incontrato le autorità politiche e militari irachene e kuwaitiane. In un momento delicatissimo per gli equilibri di potere a Bagdad.
Da mesi infatti continuano gli attacchi con razzi lanciati nella notte in direzione della “zona verde” e in particolare dell’ambasciata americana. Sono le provocazioni delle milizie sciite che stanno facendo di tutto per accelerare la partenza dei militari americani ancora rimasti in Iraq. Lo stillicidio di missili colpisce i civili iracheni (l’altro ieri un razzo ha ucciso due madri e due bambine), ma soprattutto innervosisce gli americani, che hanno posto un aut aut al governo iracheno: o intervenite voi militarmente per bloccare il lancio dei razzi oppure noi chiudiamo la nostra ambasciata.
Questa americana (si spera) è una provocazione, perché chiudere l’ambasciata significherebbe darla vinta alle milizie filo-iraniane che vogliono la partenza dei marines. Per cui il gioco fra Washington e il governo di Bagdad è entrato in una fase molto delicata.
In questo scenario Guerini ha rassicurato i capi della politica irachena: nell’incontro con il presidente della Repubblica Barham Salih, il ministro italiano ha confermato il ruolo dell’Italia come partner privilegiato dell’Iraq: “Siamo fermamente convinti che la Coalizione per la lotta al Daesh debba continuare a svolgere i suoi compiti senza flessione ma, anzi, con rinnovata determinazione”
Stesso messaggio al primo ministro Mustafa Al-Kadhimim, che in questi mesi si è assunto il duro compito di confrontarsi (per ora politicamente) con le potenti milizie sciite.
“E’ la mia quarta visita in questo Paese in pochi mesi – ha detto Guerini al termine degli incontri – e testimonia l’impegno e l’attenzione dell’Italia per la stabilità dell’Iraq”. In mattinata a Erbil il ministro aveva incontrato il presidente del governo regionale del Kurdistan Nechirwan Barzani e il primo ministro Masrour Barzani: “L’Italia continuerà a supportare il popolo curdo con immutato impegno. Ritengo sia fondamentale ribadire la centralità della lotta a Daesh per scongiurare la recrudescenza di azioni terroristiche”.
Lunedì nella base di Camp Singara, a Erbil, l’incontro con il contingente italiano dell’operazione Prima Parthica. “Attraverso il lavoro dei nostri militari fuori area si trasmette il messaggio di affidabilità dell’Italia. Il nostro paese non potrebbe essere rappresentato meglio” ha detto il Ministro. Complessivamente sono oltre 45.000 i Peshmerga (forze di sicurezza locali) addestrati in 5 anni, di cui oltre 450 come istruttori.
Nella prima tappa in Kuwait, lunedì scorso, il ministro aveva incontrato il primo ministro Sheikh Sabah Khaled e il ministro degli Esteri Ahmad Al-Sabah ringraziandoli per il sostegno fornito all’Italia durante il picco dell’emergenza Covid. Con il Kuwait l’Italia ha un rapporto ormai storico, che risale al periodo nero dell’invasione dell’emirato da parte di Saddam Hussein e della guerra che anche gli italiani combatterono per liberare il paese dagli invasori.
Redazione articolo a cura di Vincenzo Nigro per Repubblica.it