GOVERNO “STOP ADEGUAMENTO SPERANZA DI VITA.” NEL 2019 DOVREBBE AUMENTARE DI 5 MESI
Non è chiusa la partita per le pensioni in manovra. La notizia dell’ultim’ora arriva da una nota diffusa niente meno che da Luigi Di Maio. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico non molla: non solo quota 100 e lo stop agli adeguamenti sulla pensione anticipata, il Governo è al lavoro per trovare una formula che consenta di sterilizzare il criterio dell’aspettativa di vita nel calcolo per l’accesso all’assegno previdenziale. Un provvedimento che l’esecutivo punta a inserire già nella legge di Bilancio.
L’annuncio arriva al terminde dell’incontro di oggi tra il vicepremier e i rappresentanti di “quota 41”, ovvero i lavoratori che hanno 41 anni di contributi ma non possono andare in pensione perchè troppo giovani. Insieme al ministro e alle associazioni che rappresentano i lavoratori lasciati senza tutele dalla Fornero, erano presenti parlamentari della commissione Lavoro, Nunzia Catalfo, Maria Assunta Matrisciano, Maria Pallini e Jessica Costanzo. Proprio per venire incontro (anche) a questi lavoratori penalizzati dalla riforma Fornero, Di Maio “ha dato mandato ai suoi tecnici di lavorare ad una soluzione da portare in legge di bilancio partendo anche da un’ipotesi di sterilizzazione dell’aspettativa di vita”.
SALVINI – Oggi, intanto, l’altro vicepremier, Matteo Salvini, ha ribadito che la nuova riforma delle pensioni di revisione della legge Fornero non entrerà in vigore il 1 gennaio, ma probabilmente sarà a febbraio. “Stiamo parlando di tempi tecnici, al massimo qualche settimana”, ha detto, confermando indiscrezioni già trapelate in sede di presentazione della manovra.
I CONTI DELL’INPS – L’Inps ha fatto i conti – presentati da Tito Boeri in Parlamento la settimana scorsa – su quanto verrebbe a costare per le casse dello Stato l’introduzione di quota 100 con i paletti a 62 anni di età e 38 di contributi, lo stop immediato all’adeguamento dei contributi alla speranza di vita per la pensione anticipata (a 42 anni e 10 mesi) e la sterilizzazione a 67 anni per lapensione di vecchiaia dal 2019, ovvero l’ipotesi confermata oggi da Di Maio. Il totale, secondo i calcoli dell’Inps, comporterebbe un esborso di circa 140 miliardi in 10 anni.
Boeri ha sottolineato che dal 2046 in poi la spesa dovrebbe scendere perché le persone saranno andate in pensione in anticipo e con assegni più bassi rispetto a quelli che avrebbero ottenuto andando a riposo con le regole attuali. “Fino al 2046 si spendono 400 miliardi in più – ha avvertito il presidente dell’Inps – e dopo si hanno risparmi. L’impatto sul debito implicito è di 100 miliardi. L’elemento importante è la mancata indicizzazione alla speranza di vita”. Esattamente il punto su cui sono al lavoro i tecnici del ministero.
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