GIUDICE IMPRIGIONATO IN TRIBUNALE, SFONDA LA PORTA DEL BAGNO E I CARABINIERI GLI FANNO UN VERBALE
Una nuova disavventura a Palazzo di
Giustizia di Milano. Ne dà conto Giustiziami, il sito del veterano
della giudiziaria milanese Frank Cimini.
Giustizia di Milano. Ne dà conto Giustiziami, il sito del veterano
della giudiziaria milanese Frank Cimini.
Ecco la ricostruzione
di Manuela D’Alessandro: nella nuova palazzina riservata ai giudici
civili e del lavoro da poco inaugurata, una giudice entra in bagno per fare la
pipì ma…ops chiude la porta e gli resta la maniglia in mano. Lui all’inizio
non si scompone, fa ugualmente la pipì, pensa di avvisare qualcuno col
cellulare.
di Manuela D’Alessandro: nella nuova palazzina riservata ai giudici
civili e del lavoro da poco inaugurata, una giudice entra in bagno per fare la
pipì ma…ops chiude la porta e gli resta la maniglia in mano. Lui all’inizio
non si scompone, fa ugualmente la pipì, pensa di avvisare qualcuno col
cellulare.
Ma si accorge che non c’è campo. Si mette l’animo in pace ed aspetta
che a qualcuno prima o poi scappi la pipì. Dopo mezz’ora di inutile attesa, si
stufa e prende a calci la porta. Due colpi e la porta si sfonda. Intanto,
qualcuno si è accorto della sua assenza. Dallo squarcio della porta vede due
carabinieri. Il brigadiere gli chiede i documenti e verbalizza le
generalità. “Potevate almeno chiedermi come stavo…”, butta lì il
magistrato. “Signore, noi facciamo il nostro lavoro…”, risponde il militare che
di fronte alla porta rotta forse vola con la fantasia e pensa a un’ipotesi di
danneggiamento aggravato dall’uso di una maniglia contundente.
che a qualcuno prima o poi scappi la pipì. Dopo mezz’ora di inutile attesa, si
stufa e prende a calci la porta. Due colpi e la porta si sfonda. Intanto,
qualcuno si è accorto della sua assenza. Dallo squarcio della porta vede due
carabinieri. Il brigadiere gli chiede i documenti e verbalizza le
generalità. “Potevate almeno chiedermi come stavo…”, butta lì il
magistrato. “Signore, noi facciamo il nostro lavoro…”, risponde il militare che
di fronte alla porta rotta forse vola con la fantasia e pensa a un’ipotesi di
danneggiamento aggravato dall’uso di una maniglia contundente.