Difesa

Generali oltre età: Portolano e le proroghe Draghi che resistono con il governo Meloni

Il generale Portolano, un anno al vertice della Difesa

Luciano Antonio Portolano, nato ad Agrigento il 18 settembre 1960, ha festeggiato i suoi 65 anni da Capo di Stato Maggiore della Difesa, incarico che ricopre dal 4 ottobre 2024.
Ufficiale di lungo corso, Portolano ha guidato in precedenza l’intera macchina amministrativa e industriale della Difesa come Segretario generale e Direttore nazionale degli armamenti (dal 9 ottobre 2021 al 3 ottobre 2024).

Figura rispettata anche a livello internazionale, oggi Portolano incarna la stabilità al vertice delle Forze Armate italiane. La sua permanenza si inserisce in un quadro normativo che negli ultimi anni è stato profondamente rivisto.

La regola dei tre anni

Il Codice dell’ordinamento militare prevede che i Capi di Stato Maggiore della Difesa e di Forza armata, insieme agli altri vertici strategici, restino in carica tre anni, con la possibilità di un quarto anno aggiuntivo solo se non ancora al limite d’età. Nessuna ulteriore proroga o rinnovo è prevista.
Chi invece raggiunge l’età pensionabile può essere collocato in congedo con lo stesso trattamento spettante a chi arriva naturalmente al limite, compresi benefici economici e pensionistici.

Una regola chiara, almeno sulla carta.

La norma Draghi e il precedente Cavo Dragone

A cambiare le carte in tavola fu il governo Draghi, con il decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, convertito dalla legge 15/2022. Una norma che modificò l’articolo 1094 del Codice militare consentendo di richiamare d’autorità gli ufficiali nominati Capi di Stato Maggiore anche oltre i limiti di età.

Questa modifica aprì la strada alla nomina dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone (Arquata Scrivia, 28 febbraio 1957), all’epoca già oltre i 64 anni, che il 6 novembre 2021 divenne Capo di Stato Maggiore della Difesa, rimanendo in carica fino al 4 ottobre 2024.
Oggi Cavo Dragone è presidente del Comitato militare della NATO (dal 17 gennaio 2025), una posizione di massimo prestigio internazionale.

Esperienza contro ricambio

Che conti l’esperienza, nessuno lo mette in dubbio. Portolano e Cavo Dragone sono figure di peso, capaci di muoversi tra equilibri geopolitici, industria della difesa e relazioni internazionali.

Ma resta un interrogativo spinoso: le proroghe e i richiami oltre età garantiscono continuità o tarpano le ali a generazioni di ufficiali generali in attesa di avanzamento?
Molti osservatori sottolineano come l’allungamento dei mandati rischi di bloccare la naturale rotazione ai vertici, penalizzando numerosi generali e ammiragli che vedono sfumare possibilità di carriera proprio negli anni decisivi.

Un dibattito ancora aperto

Il precedente Draghi e la gestione Portolano mostrano come il vertice della Difesa italiana sia ormai regolato da norme elastiche, cucite sull’emergenza e sull’opportunità politica del momento.

La domanda resta sospesa: meglio affidarsi a figure di comprovata esperienza, anche oltre i limiti anagrafici, oppure garantire un ricambio fisiologico che apra spazi a nuovi profili e idee?
Un equilibrio difficile, che segnerà non solo le carriere individuali, ma anche il futuro stesso della catena di comando militare italiana.


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