GABRIELLI VIETA LA PREGHIERA AI POLIZIOTTI: “NIENTE INNO A SAN MICHELE ARCANGELO ALL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE”
(di Silvia Mancinelli) – «In occasione delle cerimonie celebrative dell’anniversario della fondazione della Polizia di Stato non deve essere data lettura della preghiera di San Michele Arcangelo». Nella circolare divulgata dal Ministero dell’Interno alle Questure d’Italia e che ha come oggetto proprio le modalità organizzative dei festeggiamenti previsti per il prossimo 10 aprile, ci sono due righe quasi buttate lì, a pagina 2, che colorano di giallo il centosessantaseiesimo anniversario della fondazione del Corpo. Il virgolettato iniziale è copiato alla lettera dal testo più ampio che, alla voce «cerimonia», elenca precise direttive sulle modalità in cui deve essere organizzato servizio di accoglienza e accompagnamento degli invitati, sulla presenza di rappresentanze di personale in uniforme, sul servizio fotografico e le riprese. Fino, appunto, all’ultimo periodo dove viene fatto esplicito divieto di recitare l’orazione al Santo Patrono.
San Michele, l’arcangelo che schiaccia il demonio, sarà paradossalmente l’unico a mancare nella celebrazione che ha come tema «Esserci sempre». La frase, per quanto nascosta tra le posizioni per la rassegna e la corretta deposizione della corona, non è sfuggita tuttavia a più di un questore che qualche domanda sul perché del divieto se l’è posta. Diverse le mail incredule arrivate alla redazione del Tempo, molte affatto concilianti con l’ipotesi più gettonata che vedeva nell’omissione della preghiera una precauzione adottata per non infastidire altre religioni o credenze. Non sarebbe in fondo la prima volta che una tradizione secolare china il capo a dispetto del cosmopolitismo coatto. Gli addetti ai lavori, dal canto loro, smorzano i toni e negano: «La religione non c’entra, si tratta di una disposizione adottata in nome dell’omogeneità nello svolgimento della cerimonia nelle varie questure. Alla preghiera di San Michele è dedicata la seconda festa più importante per la Polizia di Stato, che si celebra il 29 settembre, e non è il caso di bissare l’orazione considerato che non è nemmeno prevista».
A creare qualche incomprensione di troppo, forse, proprio il precedente dello scorso anno quando Claudio Baglioni intonò la preghiera al pianoforte sulla terrazza del Melo, il giorno dopo i canonici festeggiamenti ma comunque cinque mesi prima della santa ricorrenza.
«E una grandissima stupidaggine – ribatte seccamente Gianni Tonelli segretario generale del SAP eletto nelle fila della Lega- Il tempo di leggere la preghiera a San Michele non richiede più di qualche decina di secondi, non compromette lo sviluppo della cerimonia e mantiene fede al nostro ordinamento che prevede i cappellani militari oltre a un’assistenza spirituale e morale. Io rivendico il crocifisso negli edifici pubblici, così come la preghiera a San Michele Arcangelo al quale sono particolarmente devoto. Ogni anno, questo sarà il sesto, faremo un pellegrinaggio da San Pietro, dopo la benedizione del Santo Padre, fino a Monte Sant’Angelo, in Puglia. Negare o non aver rimosso un divieto è qualcosa di inaccettabile. È la festa della Polizia e non viene letta la preghiera al Santo patrono che dura qualche decina di secondi? Appena nominato (alla Camera dei Deputati ndr) la prima interpellanza che presenterò sarà per chiedere la rimozione di questo divieto che è una irresponsabilità». (Il Tempo)