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SIRIA, PUTIN EMETTE NUOVA DIRETTIVA PER GLI SPECNAZ: ELIMINARE IL BOIA DELL’ISIS

(di Franco
Iacch) – La direttiva è stata emanata poche ore fa. Vladimir Putin ha fissato
il nuovo obiettivo ad altissima priorità. Vivo possibilmente, ma è solo un
dettaglio. L’importante è arrivare prima degli Stati Uniti e della Gran
Bretagna. Putin ha ordinato ai suoi specnaz di portare in Russia il boia dello
Stato Islamico, responsabile di aver decapitato diversi ostaggi stranieri, il
27enne Mohammed Emwazi.

Sappiamo
che gli specnaz sono in Siria missioni hunter killer e targeting leader e per
coordinare sul terreno i raid russi. Agiscono dalla base di Hmeymim, in
supporto della 7th Guards Airborne Division.
La
tempistica della nuova direttiva non è casuale. Dopo aver siglato il memorandum
of understanding con gli USA, Putin cerca adesso un vero e proprio “colpo”. Se
davvero riuscisse a portare Emwazi vivo in Russia, la popolarità di Putin, in
un momento in cui nonostante le controffensive la situazione in Siria è in una
fase di stallo, schizzerebbe alle stelle.
 
E gli strateghi del Cremlino questo
lo sanno. Dopo aver lavorato all’immagine (interna) dell’ex tenente colonnello
del KGB che da “solo” si è schierato contro lo Stato islamico a protezione
dell’Occidente, il russo che ha fatto “fuggire” gli USA dalla Regione (la
Theodore Roosevelt è stata ritirata dal Golfo Persico per i ritardi accumulati
nella manutenzione) e che ha “scioccato” il mondo con le sue truppe, adesso
Mosca cerca la consacrazione internazionale dando la caccia al nemico numero
uno di Londra e Washington.
Appare
superfluo rilevare quanto ne guadagnerebbe, in termini di immagine davanti al
mondo, il numero uno del Cremlino. A differenza della Coalizione, Putin ha
truppe combattenti in Siria e l’alleanza con Assad, gli iraniani, Hezbollah e
gli sciiti provenienti dall’Iraq e dall’Afghanistan, potrebbe conferirgli un
vantaggio tattico non indifferente. Perché il problema è proprio questo: la
cattura di Mohammed Emwazi serve più ai russi (ed ai loro alleati) di quanto
non si possa immaginare. E dal Pentagono questo lo sanno: la cattura del boia
sarebbe un colpo devastante per il prestigio americano.
La
direttiva, secondo fonti interne vicine al Cremlino, pone in cima alla lista il
boia, seguito dal leader dello Stato islamico, Abu Bakr al-Baghdadi.
Per
portare a termine questa missione, Putin ha incaricato la ‘Vympel’ (unità delle
forze speciali agli ordini dei servizi segreti russi). Gli specnaz del
‘Vympel’, già operativi in Cecenia, Caucaso ed Ucraina, sono specializzati
nello spionaggio e nella raccolta di informazioni: è stata fin dagli anni ’80
utilizzata anche per missioni di ‘targeting leader’.

Il boia dello Stato Islamico, responsabile di aver decapitato diversi
ostaggi stranieri risponde al nome di Mohammed Emwazi, nato nel Kuwait, ma
cresciuto nella zona ovest di Londra. Emwazi, 27 anni è cresciuto in una
famiglia benestante. Si è laureato presso l’Università di Westminster, con una
tesi in programmazione informatica. Mohammed Emwazi ha raggiunto la Siria nel
2012 per l’indottrinamento sul campo. Pochi mesi dopo sarebbe diventato il
boia, protagonista di quei video che tanto sdegno hanno provocato
nell’Occidente.

La sua
prima apparizione risale all’agosto dello scorso anno, quando decapitò il
giornalista americano James Foley. Secondo l’analisi computerizzata effettuata
sugli altri video (timbro vocale, movenze, cadenza, pulsazioni, altezza,
impronte, mappatura fisiologica, colore della pelle e peso indicativo), Emwazi
avrebbe poi giustiziato il giornalista americano Steven Sotloff, l’operatore
umanitario britannico David Haines, il tassista inglese Alan Henning e
l’operatore umanitario americano Peter Kassig.
Nei
suoi primi video, l’uomo appariva vestito con un abito e con un passamontagna
nero che lo ricoprivano integralmente, ma non i suoi occhi e la parte superiore
del naso. Fin dal primo video, il boia ha svelato alcuni indizi. Il suo marcato
accento britannico, nei video in cui scherniva le potenze Occidentali prima di
trucidare gli ostaggi, è stato il primo tassello del mosaico. Gli ostaggi
liberati dall’Isis avrebbero riferito che gli inglesi a guardia degli
occidentali rapiti in Siria erano in quattro ed erano chiamati “I Beatles”.
Emwazi
fu arrestato una prima volta nel 2009, in Tanzania, dove si sarebbe recato per
un safari dopo la laurea con due amici (un tedesco convertito all’Islam di nome
Omar e un altro uomo, Abu Talib). In realtà, le autorità inglesi sospettavano
già una sua affiliazione verso i gruppi terroristici attivi in Somalia. Atterrati
presso l’aeroporto di Dar es Salaam, in Tanzania, nel maggio del 2009, sono
stati arrestati dalla polizia e trattenuti una notte prima di essere espulsi.
Emwazi si trasferisce poi in Kuwait, sua città natale, dove lavora per una
società di computer. Ritorna a Londra almeno alte due volte prima di partire
per la Siria.

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