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GIUBILEO:1100 FORZE DI POLIZIA E 2500 MILITARI, SPECIALISTI DEL COMSUBIN, COL MOSCHIN, GIS E NOCS

Ad un
mese esatto dall’apertura della Porta Santa che darà il via al Giubileo voluto
da Papa Francesco, si definiscono i dettagli dell’imponente piano di sicurezza
messo a punto per il primo Anno Santo ai tempi dell’Isis.

Ci saranno 1.100
forze di polizia di rinforzo nella Capitale, supportati da un contingente di
2.500 militari. Tra di loro gli specialisti del Comsubin (Marina) e del Col
Moschin (Esercito), che lavoreranno insieme ai colleghi di Nocs (Polizia) e Gis
(Carabinieri).
 
Il punto sulle misure è contenuto nel numero di novembre della
rivista PoliziaModerna. «Il 3 novembre – ha detto oggi Alfano – abbiamo fatto
una riunione al Viminale e sono state date direttive molto chiare: non vogliamo
militarizzare la città, ma vogliamo una manifestazione sicura come è stata
Expo». 
Il precedente Giubileo del 2000 è stato preceduto da anni di
preparazione. Allora, ricorda Armando Forgione, direttore dell’Ufficio ordine
pubblico e a capo del Gruppo di pianificazione per il governo e la gestione dei
grandi eventi, «la pianificazione partì con 5-6 anni di anticipo, ma stavolta
abbiamo dovuto far tutto in pochi mesi, anzi, in poche settimane». 
Il centro
nevralgico delle celebrazioni sarà Roma, ma sono anche altre le città
coinvolte, da Padova a Loreto, da San Giovanni Rotondo ad Assisi.
 
In questi
giorni Roma è stata teatro di una serie di esercitazioni antiterrorismo in
luoghi strategici come San Pietro, Colosseo, Farnesina e Stazione Ostiense.
Prove generali per la messa a punto di un dispositivo capace di far fronte ai
possibili attentati. Non risultano al momento, rileva PoliziaModerna, vere e
proprie minacce e non sono in programma iniziative di contestazione interna
(come quelle del fronte dell’anticlericalismo e degli anarchici). 
Ma da parte
del Viminale e dell’intelligence l’attenzione è altissima. Squadre
antiterrorismo pronte ad intervenire sono state attivate. «Stiamo provvedendo –
ha spiegato Forgione – all’acquisto di strumenti all’avanguardia che permettano
di esaminare singolarmente le persone che si recano, ad esempio, in piazza San
Pietro. E ancora, stiamo perfezionando l’uso dei droni, strumenti
particolarmente versatili e utili, nonchè discreti e più economici rispetto ad
un elicottero, per il controllo dall’alto delle folle
». 
Un’ordinanza di polizia
indicherà come governare l’arrivo delle personalità straniere, i servizi di
scorta, lo spostamento dei flussi e la presenza del Papa nei vari luoghi di
culto. La finalità è quella di rendere sicure le basiliche e gli itinerari
giubilari. Saranno impiegate pattuglie «appiedate» vicino alle basiliche e a
bordo di auto e moto. 
Un capitolo a parte merita poi l’Ispettorato Vaticano,
guidato da una donna, Maria Rosaria Maiorino e forte di 144 agenti che a breve
saranno incrementati. Tra le competenze dell’ufficio c’è quella di curare la
sicurezza del Santo Padre quando esce dai confini del suo Stato, ma restando in
Italia. 
La seconda (decisamente più importante in vista del Giubileo) è
vigilare su piazza San Pietro, in base a una regola abbastanza singolare:
quando il Papa si trova nella piazza, la tutela spetta alla Gendarmeria
vaticana, mentre quando non c’è spetta alla Polizia di Stato. Il numero dei
varchi di sicurezza, che oggi sono mediamente quattro, sarà, nell’imminenza del
Giubileo, incrementato ulteriormente e adeguato alle accresciute esigenze. Ci
saranno controlli (e file) diversi per i pellegrini che desiderano visitare la
Basilica e quelli che invece vogliono passare sotto la Porta Santa. 
Oltre alle
linee dedicate ai controlli di sicurezza saranno in uso parecchi metal detector
portatili, per eseguire verifiche su borse e zaini in Piazza o nelle zone
adiacenti. Saranno installate altre telecamere per la videosorveglianza. 
Cosicchè neppure un metro quadrato delle zone a rischio resterà privo di
copertura. Verrà aumentato il numero di agenti che opereranno in borghese,
mescolandosi a turisti e pellegrini. «Dovremo riuscire – fa sapere Maiorino – a
fare sentire tutti sicuri, ma senza che l’area di San Pietro appaia
militarizzata e che risulti attenuato il carattere religioso del Giubileo».

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