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LA RABBIA DEI POLIZIOTTI: PIU’ SOLDI PER STRADE SICURE CHE PER I NOSTRI CONTRATTI

(di Francesco Grignetti) – Qualcuno
ha calcolato che in busta paga sarebbero 9 euro lordi di aumento al mese.
Altri, più ottimisti, si fa per dire, calcolano un aumento di 14 euro. Sempre al lordo.

In ogni caso, per gli
operatori della sicurezza – agenti di polizia, carabinieri, finanzieri – il
rinnovo del contratto porterà solo amarezze. «Non possiamo accettare – hanno
solennemente tuonato i leader dei sindacati confederali – che le regole dello
Stato di diritto vengano aggirate con stanziamenti sufficienti sì e no per
l’acquisto di un panino imbottito al mese». C’è un gran malumore, tra le
divise. Dopo anni di stanziamenti sempre più frenati, per loro come per il resto
della Pubblica amministrazione, e una lunga vacanza contrattuale, è giunta una
sentenza della Corte Costituzionale che intima al governo di rinnovare i
contratti. 
«Il governo ne ha preso atto e non poteva
fare altrimenti», dice Daniele Tissone, segretario della Silp-Cgil.
«Ma si
muove in evidente malavoglia, tanto è vero che ha stanziato appena 74 milioni
di euro per gli aumenti. Se li andiamo a dividere per i 450mila operatori del
comparto, significa al massimo un aumento mensile da 14 euro. Quello che ci fa rabbia, però, è che con lo
stesso provvedimento si stanziano 83 milioni di euro, 9 più che per noi, per
pagare i soldati di Strade sicure e quelli della Terra dei fuochi». 
E’ tempo di tagli e di dimagrimento, si sa. Anche
per le forze del ministero dell’Interno. Nonostante le grandi sfide. Per quanto riguarda il Giubileo che sta per
iniziare, il ministro Angelino Alfano garantisce che si può stare tranquilli.

«In occasione di grandi eventi – dice – ha sempre funzionato il pieno raccordo
fra intelligence e polizia, e in questo senso, abbiamo anche deciso di assumere
2.500 agenti di polizia, da utilizzare subito dopo un corso di formazione, e di
assegnare all’area romana quasi duemila unità, fra agenti di polizia,
carabinieri e guardia di finanza».  
È un
fatto, però, che agli organici delle
forze di polizia è stato imposto un digiuno forzato.
Si è alla vigilia
della chiusura di centinaia di piccoli posti di polizia. E non c’è da
meravigliarsi, considerando che rispetto a qualche anno fa ci sono 45mila
operatori in meno. E se ogni anno
vengono assunti in 2500, ne vanno in pensione il doppio.
A Roma, secondo
dati dei sindacati di polizia, tra il 2001 e il 2014 la popolazione è cresciuta
del 13%, il che significa un aumento di 300 mila residenti, ma di contro la
questura ha ridotto i suoi organici del 26%. Forse erano troppi prima, ma
adesso sono diventati pochi. Ricorda sempre Tissone: «A Ostia, c’è in servizio
1 agente ogni 1000 abitanti. Al Casilino va anche peggio: 1 agente ogni 2560
abitanti». 
Ecco,
se questi sono i numeri, non c’è da meravigliarsi che un sindacato con simpatie
di centrodestra come il Sap fosse sul palco di Bologna con Matteo Salvini. «Noi
andiamo ovunque ci invitino a parlare delle condizioni del nostro personale»,
spiega il segretario Gianni Tonelli.
Detto questo, il quadro del Sap è addirittura apocalittico: «Vogliono far
pagare lacrime e sangue ai poliziotti e ai cittadini con scellerati tagli alla
sicurezza che siamo i soli a denunciare con forza. Qui si distrugge per
distruggere. Si parla di 6 euro netti di aumento per agente. Vogliono farci
abdicare alla nostra missione. Cifre e dati, le opposizioni parlamentari le
stanno tirando fuori analizzando la legge di Stabilità».  
Il grillino Luigi Di Maio, in effetti, sta
spopolando su Facebook con un post che elenca una raffica di tagli. Si prevedono 491 milioni di euro in meno
per le spese del ministero dell’Interno. Mancheranno
fondi per la gestione di caserme, per i reparti di prevenzione del crimine, per
l’Arma, e anche per la Direzione investigativa antimafia.
Se il Sap ha
scelto di buttarsi con Salvini, i confederali, con modi più istituzionali,
hanno iniziato a incontrare i gruppi parlamentari. «Ma non escludiamo nessuna
forma di lotta democratica».  

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