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LA POLIZIA PROTESTA VICINO CASA DI RENZI. IL QUESTORE SPOSTA LA MANIFESTAZIONE

Bandiere,
striscioni, sagome di poliziotti con coltelli infilati nella schiena e la
scritta: ‘Ci hanno pugnalato alle spalle’. E’ la protesta che da questa mattina
va in scena a Pontassieve, precisamente a un chilometro da casa del
premier Matteo Renzi. In origine doveva tenersi in piazza
Vittorio Emanuele, a breve distanza dalla casa del presidente del consiglio.

Il
questore Raffaele Micillo ha dato invece l’indicazione di
trasferire la manifestazione in una piazza periferica, piazza Mosca, più
distante dall’abitazione del premier.
La
protesta è stata promossa dai sindacati di polizia Sap, Coisp e Consap per
criticare le scelte e gli stanziamenti del governo in materia di sicurezza.
Presenti numerosi operatori della Polizia di Stato, non manca anche una
delegazione del Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco.
«Siamo
qui a Pontassieve tirati per i capelli. Cerchiamo un canale di dialogo
con il governo
. Ci aspettiamo una convocazione perché vorremmo spiegare al
premier Renzi che possiamo razionalizzare in modo migliore» le risorse per le
forze di polizia. Lo ha detto il segretario generale del Sap, Gianni
Tonell
i, nella protesta dei sindacati di polizia – Sap, Coisp e Consap -.
Il segretario generale del Sap ha detto che «è necessario parlare con Renzi
perché è lui che prende le decisioni» nel governo. Sulle recenti misure decise
da Palazzo Chigi, Tonelli ha detto che «serve una logica». In particolare,
rispondendo ai giornalisti, sugli 80 euro che andranno ai poliziotti, ha detto
che «se la logica degli 80 euro era di andare incontro alle famiglie più in difficoltà,
allora andava inserito il quoziente familiare». Sul Giubileo, sempre Tonelli ha
parlato di ipocrisia perché «è stato detto che c’è un arruolamento per 2.500
agenti, ma 5.000 sono andati in pensione. Quindi ne abbiamo persi 2.500, e non
guadagnati come viene detto». 

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«Essere
qui a Pontassieve stamani non è una provocazione ma semplicemente l’estremo
tentativo per dialogare con il presidente del Consiglio. Dovevamo essere
ricevuti per legge a Palazzo Chigi e non siamo stati ricevuti. Dovevamo confrontarci
con il governo, e non è stato possibile». Lo ha detto il segretario generale
del sindacato autonomo di polizia Consap, Giorgio Innocenzi.  «Stiamo
chiedendo da tempo di essere ricevuti – ha spiegato Innocenzi – Vogliamo
parlare, vogliamo dialogare. Questa manifestazione non va intesa come
provocazione ma come tentativo di avere un dialogo con il governo per
raggiungere le migliori condizioni possibili per la sicurezza, nell’interesse
nostro ma soprattutto dei cittadini». Riguardo alle richieste da fare a Palazzo
Chigi, Innocenzi ha parlato in sintesi di «trattamento dignitoso per gli
appartenenti alle Forze di Polizia e soprattutto di un investimento reale e
concreto per l’equipaggiamento, per essere in grado di contrastare
effettivamente il terrorismo e la criminalità». 
«Noi
abbiamo fatto una proposta per formare, con soli sei milioni di euro l’anno,
gli operatori di polizia alle tecniche di ingaggio con i terroristi, come il
tiro dinamico, perché non abbiamo mai sparato con tiro in movimento oppure per
esempio per avere nozioni Nbc, per le emergenze di carattere biologico o
chimico».
Lo ha evidenziato il segretario generale del Sap, Gianni Tonelli, al
presidio di protesta della Polizia di Stato in corso a Pontassieve, paese dove
abita il premier Matteo Renzi. Tonelli critica così alcune scelte fatte dal
governo, evidenziando quelle che invece sono alcune necessità del personale di
polizia. Rispetto allo stanziamento di 50 milioni stabilito dal governo,
secondo Tonelli «per la polizia ci saranno 15 milioni di questi. Ma quando
avremmo comprato diecimila giubbotti antiproiettile e un caricatore in più per
ogni operatore, quei 15 milioni saranno già esauriti». «Dire che non ci sono
stati tagli alla sicurezza è una bugia», ha aggiunto Tonelli. (ANSA).

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