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FUGA DALLE VOLANTI:BOOM DI RICHIESTE DI TRASFERIMENTO

Di seguito pubblichiamo integralmente la drammatica lettera del Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) di Reggio Emilia inviata al Questore di Reggio Emilia Isabella Fusiello.

“Da qualche tempo a questa parte, stiamo assistendo ad un vera e propria fuga dalle Volanti, con molte domande di trasferimento ad altro incarico, 20 delle quali sono richieste di transitare al Reparto Prevenzione Crimine, dall’altra parte del cortile o anche per altri uffici.

In questi giorni entrando in Questura avrete avuto l’onore di essere accolti al Corpo di Guardia da un Assistente Capo, uno fra gli operatori più affidabili delle Volanti di Reggio Emilia. L’operatore in questione ha chiesto e ottenuto di essere assegnato al Corpo di Guardia.
Senza nulla togliere ad un compito della massima responsabilità ed importanza come quella del Corpo di Guardia, al quale è affidata la quasi totalità della nostra sicurezza e il primo contatto con l’utenza, francamente il siffatto impiego del collega ci appare un lusso che di questi tempi non ci possiamo proprio permettere.
Caso isolato? Assolutamente no.Qualcuno potrebbe obiettare che le motivazioni della fuga verso il Reparto Prevenzione Crimine sono esclusivamente di carattere economico, ma questa non è una corretta lettura della situazione, sarebbe come nascondere il rusco sotto al tappeto.
I motivi di tale “diaspora” sono da ricercare in un profondo senso di malessere e insicurezza che pervade gran parte degli operatori, quelli che per primi rappresentano la Polizia di Stato lungo le vie di Reggio Emilia, quelli che tutti i giorni devono contrastare ogni forma di criminalità, dai taccheggi, ai furti nelle attività commerciali di ogni tipo, alle rapine,agli assalti nelle abitazioni, e quant’altro fino alla gestione dell’ingestibile, ovvero delle persone violente perché impazzite, ubriache,  alterate da droghe o entrambi i casi.
Risse e accoltellamenti tra spacciatori magrebini, alterati dalle loro sostanze, che ti coprono di sputi, del loro sangue, che scalciano e menano, che si autolesionano. Tutte persone con nulla da perdere e incentivate nella loro condotta dalle blande condanne irrogate dal nostro impianto legislativo, che paradossalmente li tutela più delle vittime e più dei poliziotti.
Se ti va bene te la cavi con qualche giorno di C.S. per le contusioni riportate, oppure ti devi difendere da un’accusa di abusi. I colleghi sono costretti a lavorare continuamente sotto le telecamere che registrano ogni  mossa, ma quello che da più fastidio in questo coacervo di complicazioni sono le rampogne del loro Questore.
Per questi colleghi nulla o molto poco c’entrano le motivazioni economiche nella  scelta di destinazioni  quali il Reparto Prevenzione Crimine come potrebbero suggerire i più maliziosi.
La nostra analisi è confortata dall’ascolto degli operatori delle Volanti il dialogo ed il confronto sincero, sempre utili e spesso foriere di insperate soluzioni, dall’esperienza diretta dell’attività in parola.
Da cosa è determinato questo malessere  allora?
Gli Agenti delle Volanti e della Sala Operativa vivono una sensazione di perenne insicurezza creata, tra l’altro, dalle numerose “indicazioni esclusivamente verbali”, a volte disorientanti, prodotte non dalla dirigenza di quell’Ufficio,  ma direttamente da lei signor Questore. Tali indicazioni hanno creato un effetto disorientante, sia perché  fumose, sia perché spesso sembrano dettate più da valutazioni aprioristiche che dal confronto con la realtà, sempre più degradata (tossicodipenti, alcolizzati, persone con disturbi mentali, squallidi malviventi ecc.), con la quale quotidianamente i poliziotti si confrontano per dovere di servizio.
A ciò si aggiunge una notevole puntualità nel produrre richiami, più o meno “formali”, in conseguenza di ogni azione sia pure minima importanza che appaia come non corretta o meglio non conforme alle indicazioni di cui sopra, e dall’altro si registra una estrema parsimonia nel riconoscere meriti fosse anche con mezzi informali. Alla dott.ssa Fusiello abbiamo già rappresentato che la Questura di Reggio Emilia è tra le più stitiche in materia di proposte premiali, sia per Dirigenti, sia per le sottostanti qualifiche, nonostante il loro evidente impegno quotidiano. Tali percezioni hanno contribuito a creare un clima talmente inospitale da produrre la
migrazione, persino dei più “appassionati” delle Volanti, verso realtà meno sconfortanti. La situazione delineatasi è francamente avvilente.
Tra veterani demotivati che aspirano ad allontanarsi ed i più giovani che rimangono, tormentati da dubbi e incertezze, il presente e il futuro delle Volanti appaiono decisamente neri.
Chi lavora in queste condizioni si chiede come mai a tutt’oggi le nuove disposizioni operative, ora solo una sequela di note verbali, non siano ancora state tradotte per iscritto dal Questore in un decalogo, come più volte le ha chiesto questa O.S.
Altrove si sono stipulati dei protocolli interistituzionali di intervento per “gestite l’ingestibile”. Ci chiediamo come mai qui siamo ancora in alto mare? Queste non sono cose che si possono risolvere con la sostituzione di un pomello della porta o  di un  paio di lampadine.
Come Sindacato dobbiamo stigmatizzare il disagio dei lavoratori del settore e le colpe di chi quel disagio ha prodotto. Sia altrettanto chiaro che alla neodirigenza delle Volanti, che ha già colto il disagio, nulla abbiamo da  imputare.
Siulp Reggio Emilia, Segreteria Provinciale

 

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