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SIRIA, OFFERTI ALLA RUSSIA 300 MILIARDI DI DOLLARI PER ROVESCIARE ASSAD: PUTIN “NON SIAMO LA MAFIA”

(di Franco
Iacch) – 300
miliardi di dollari per rovesciare il regime di Assad offerti
al presidente della Russia Vladimir Putin dal ministro della Difesa saudita
Mohammad bin Salman in un incontro segreto. Ha suscitato parecchio scalpore la
presunta offerta dell’Arabia Saudita avanzata all’alleato storico del
presidente siriano Bashar al-Assad.

Da
rilevare che la notizia non ha avuto eco in Occidente, ma ha suscitato scalpore
nel Medio Oriente e principalmente in Russia, con organi di stampa ufficiali
del governo costretti a smentire l’incontro. Poche ore fa anche il
portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito l’episodio come una
colossale bufala.
La settimana
scorsa, il quotidiano iraniano Ettelaat titola in prima pagina un
dialogo segreto avvenuto a Sochi, tra Vladimir Putin ed il ministro della
Difesa saudita, il principe Bin Salman. In quel frangente, il ministro della
difesa saudita avrebbe offerto a Mosca 300 miliardi di dollari e la promessa di
ulteriori investimenti nell’economia russa in cambio della fine del sostegno al
governo di Assad. Per gli iraniani Putin avrebbe rifiutato l’offerta.
Maggiori
dettagli emergono dalla stampa libanese. La storia è stata ripresa dal
quotidiano Addiyar in un vero e proprio approfondimento che
riporta anche la presunta risposta di Putin. L’ex tenente colonnello del KGB
avrebbe risposto al principe: “il mio governo non è la mafia, noi non uccidiamo
amici e nemici in cambio di denaro. I soldi non cambieranno i principi
strategici di Mosca”. Tutte le versioni della presunta offerta sono state
smentite dal Cremlino.
Sarebbe
opportuno rilevare il reale fine di quegli articoli pubblicati in Iran ed in
Libano, paesi dove la libertà di pensiero è fortemente influenzata e dove gli
organi di stampa sono filogovernativi. La storia di quell’incontro,
probabilmente creato per scopi di propaganda interna, ha raggiunto il suo scopo
(almeno nei paesi dove è stata pubblicata la notizia): far passare granitica la
posizione di Putin nella questione siriana e screditare l’Arabia Saudita.
L’animosità verso l’Arabia Saudita è ritenuta causa della vicinanza con gli
Stati Uniti (anche se un giorno questa lealtà potrebbe essere messa in discussione
se venissero declassificate le 28 pagine della Joint Intelligence
Inquiry
, commissione che ha studiato le dinamiche e le responsabilità
dell’11/9 e che potrebbero dimostrare un forte coinvolgimento di Riyad). Perché
se è vero che da un lato le leggi saudite sulla segregazione dei sessi, sono un
affronto ad ogni tipo di diritto umano e logica, dall’altro il paese è
strettamente legato agli Stati Uniti.

I
sauditi, però, fanno affari d’oro anche con Francia, Gran Bretagna e con la
Russia. La smentita del Cremlino, potrebbe far parte di un perfetto gioco delle
parti. Ritornando al presunto scandalo dell’offerta riportata dai media
libanesi ed iraniani: raramente gli organi di stampa di questi paesi riportano
delle inchieste o degli scoop, quando questi non sono allineati con il governo.
Ecco, quindi, che quell’incontro tra sauditi e russi, dinanzi alla popolazione
libanese ed iraniana, andava giustificato: screditando i nemici e lodando la
lealtà degli alleati.

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