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LUOGOTENENTE SFRATTATO DALL’ESERCITO RIFIUTA LA CASA ATER

(di Giampaolo Sarti) – Niente
appartamento Ater per Filippo Salvatore Sturniolo, il militare in pensione che
l’Esercito intende sfrattare di casa. L’ex luogotenente ha rifiutato l’alloggio
offerto dai servizi sociali. È stato proprio il Comune, dopo il clamore
suscitato dal tentativo di sgombero di qualche settimana fa, a farsi avanti per
aiutare lui e la moglie, invalida al 100%. Gli uffici di via Mazzini si erano
messi subito in contatto con la famiglia, proponendo una sistemazione in via
Alpi Giulie, nel rione di Altura.

«La casa
non va bene – spiega Sturniolo – perché è al quarto piano e per mia moglie, che
soffre di vertigini, è un vero problema. Lei in genere non si avvicina nemmeno
alla finestra, perché l’altezza la fa sentire male. Accettare quel posto
sarebbe stato come tenerla in una prigione. Ringrazio per quanti si sono mossi
ma questo è un limite che condiziona le nostre scelte: nei piani alti mia
moglie non può proprio stare». 
L’ex militare intende ora rivolgersi al mercato
privato, ma dovrà farlo con una certa urgenza perché il decreto di sgombero, da
parte dell’Esercito, è stato recapitato da tempo. Lui e la coniuge vivono in
affitto in un appartamento di via Donadoni: si tratta però di uno stabile di
proprietà demaniale che lo Stato, stando alle norme, deve dismettere. 
L’ex
luogotenente aveva due possibilità: acquistare l’immobile o farsi da parte.
L’uomo si era rivolto al Presidente della Repubblica per domandare una proroga,
come sua facoltà, ma ha dimenticato di comunicarla al Comando militare del
Nord-Est, con sede a Padova, cioè il braccio operativo dell’intera procedura. E
così l’iter è proseguito fino a inizio ottobre quando si erano presentati sotto
l’abitazione di Sturniolo ben venti uomini in divisa. 
Solo l’intervento del
capogruppo della Lega Nord alla Camera Massimiliano Fedriga, che ha contattato
il ministro della Difesa Pinotti, era riuscito a bloccare lo sfratto immediato.
«Ad oggi tutto tace, nessuno mi ha detto più niente – fa sapere il pensionato –
mi è stato solo detto, in via informale, che in realtà nessuno potrebbe
buttarmi fuori. Mi dispiace per l’appartamento che mi ha dato l’Ater, ma
proprio non è possibile. Lo potranno concedere a chi ha più necessità di me».
Il rifiuto della famiglia è accolto con un certo imbarazzo dal Comune: «Il
signor Sturniolo non ci ha avvertiti di questa sua decisione – puntualizza
l’assessore alle Politiche sociali Laura Famulari – i miei uffici non ne
sapevano niente ed erano ancora in attesa della dichiarazione dei redditi e di
tutta la documentazione necessaria. Stupisce saperlo dalla stampa, poteva
avvertirci visto che ci sono altre persone bisognose in lista». Nemmeno il
direttore dell’Ater di Trieste, Antonio Ius,

è al
corrente: «Il Comune e l’Azienda sanitaria, per casi di questo tipo, possono
chiederci di metter a disposizione alloggi ad hoc per progetti
socio-assistenziali. Noi avevamo trovato una casa ma la trattativa non ha avuto
seguito e non ne conosciamo le ragioni».

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