FORESTALE/CARABINIERI: UN MATRIMONIO FORZATO BARATTATO CON IL RIORDINO DELLE CARRIERE E PROROGA DEL MANDATO
La soppressione del Corpo Forestale dello Stato è ormai conclusa. Ieri abbiamo pubblicato le modalità di accorpamento con l’Arma dei carabinieri. Oggi abbiamo dato voce ai due rappresentanti (Co.Ce.R. carabinieri e SaPaF per la Forestale), per sentire il loro punto di vista sulla vicenda.
Lo abbiamo detto sin da subito: sopprimere un patrimonio di esperienza professionale, di sentimenti, di particolare rapporto con il territorio, di appassionata attività sindacale, non è di certo una cosa positiva. Commenta il delegato Co.Ce.R. carabinieri Giuseppe La Fortuna.
L’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato con l’Arma dei carabinieri è una sconfitta per il “sistema sicurezza” adottato fino ad oggi nel nostro Paese. Un sistema che sostanzialmente ha funzionato perché ogni Corpo ha svolto efficacemente il proprio dovere, specializzandosi nei campi di pertinenza, affilando le armi contro l’illegalità nel sue più diversificate manifestazioni. Accorpare in questo caso rientra in un’ottica di alleggerimento del Sistema Sicurezza che i decisori del momento vorrebbero rendere più leggero (e meno costoso) uniformandolo ad una cultura anglosassone e, comunque, nord europea assolutamente contrastante con la cultura mediterranea che preferisce, di contro, una grande visibilità e vicinanza alle popolazioni da parte delle Forze di polizia. Sotto il profilo operativo si perderanno le qualificazioni professionali dei Forestali, esempio in Europa di servizio, con Amore, per la tutela dello straordinario patrimonio ambientale italiano. Anche l’esperienza sindacale (si parla quindi di diritti dei lavoratori e loro tutela) verranno disperse. Questa fattispecie sarà forse uno dei momenti nei quali la Rappresentanza sperimenterà metodi e tematiche tipiche del sindacato; l’avviarsi della sua metamorfosi verso una nuova, originale identità.
In questo contesto – conclude La Fortuna – nel rassicurare i Forestali di ogni grado sulla totale disponibilità di ogni carabiniere ed in attesa che gli organismi di Rappresentanza accolgano i nuovi delegati, mi impegno formalmente a raccoglierne le problematiche e le personali istanze.
Ho letto, non senza stupore, quanto pubblicato in questi giorni sui siti Intranet del Corpo forestale dello Stato e dell’Arma dei Carabinieri, in merito allo stato di attuazione della legge Madia (la n.124/2015). E’ il commento del segretario generale SAPAF, Marco Moroni. Di là dal fatto che l’estensore (o gli estensori), forse per pudore, non ha neanche voluto firmare il documento, sembra di assistere ad un film surreale, dove si continua a sostenere che i Forestali sono contenti di transitare nell’Arma, mentre la realtà è che non vogliono assolutamente essere militarizzati! Non solo, ma sembra quasi, parafrasando il famoso detto di Cetto Laqualunque, che ci saranno più benefici per tutti …
Doveroso, quindi, evidenziare le contraddizioni che emergono in maniera prepotente sia da questo testo che, purtroppo, dallo schema di decreto legislativo, ancora al vaglio del Consiglio di Stato!
Per quanto possa sembrare assurdo – prosegue Moroni -, nel 2016, si propone la militarizzazione coatta di personale che ha svolto un’intera carriera in una forza di polizia civile! Basterebbe questo per rabbrividire, ma visto che si lodano i (presunti) benefici di questo “matrimonio forzato”, giova ricordare che, per chi non accetterà di indossare le stellette, il decreto prospetta un futuro di contenziosi (se va bene) o addirittura di uscita dal comparto sicurezza, con tutte le conseguenze nefaste che questo comporterebbe. Se fosse vero che ci saranno solo benefici, perché non si lasciano scegliere liberamente ai Forestali, dato per assunto l’accorpamento delle funzioni, in quale amministrazione poter continuare a prestare il proprio servizio?
Tutti i Forestali, compresi quelli che oggi, stanchi di un’amministrazione clientelare e demotivante, vedono con un occhio benevolo tale accorpamento, si renderanno ben presto conto che saranno inquadrati in un ruolo ad esaurimento, normativamente subordinato a quello ordinario, passando da una posizione di autonomia operativa ad una di mera esecuzione di ordini. Tra l’altro, anche la funzione di polizia ambientale e agroalimentare non sarà esercitata in via esclusiva ma prioritariamente, come a dire “se ci sono altre priorità – che in una forza di polizia generalista non mancano mai – prima si pensa a quelle e poi all’ambiente”.
L’assurdità di questo documento, così misteriosamente divulgato, come se si volesse abbonire le solite menti pensanti, è quello di far apparire “normali” prevaricazioni che comporteranno la perdita secca di prerogative faticosamente conquistate: si legge di necessari accorpamenti di strutture operative (evidentemente i costi hanno il loro peso) senza considerare che questo comporterà trasferimenti e mobilità per il personale, così come si scrive degli accorpamenti di uffici amministrativi e logistici, che comporteranno oltre ai trasferimenti il cambio di funzione a quel personale che sarà interessato!
Per non parlare dell’esaltazione che il testo fa evidenziando la possibilità di eleggere i propri delegati nell’ambito della Rappresentanza militare (che già di per se costituisce una deminutio capitis se paragonata alle prerogative sindacali), omettendo, però, che il rappresentante degli ex Forestali non avrà diritto di voto … invece di trovare una soluzione che porti (anche gradualmente) verso la sindacalizzazione di un apparato militare, si preferisce azzerare le prerogative sindacali: evidentemente danno proprio fastidio!
Nel testo, poi, si parla di risparmi in linea con i presupposti della legge delega; orbene, partendo dal presupposto che nessuno perderà il lavoro e che bisognerà pensare a nuove uniformi, nuovi tesserini di polizia (militare), nuova livrea per i mezzi (anche di volo), nuovi loghi per documenti e insegne, nuovi corsi formativi per acquisire la militarità (e si potrebbe proseguire ancora con tanti altri esempi), da dove dovrebbero arrivare i risparmi?
Il nuovo Comando dovrebbe rappresentare un polo di eccellenza? Quindi, quanto fin qui fatto sia dall’Arma sia dal CFS non lo è stato? A vedere le cronache giudiziarie non sembrerebbe ..
Il meglio di se, però, l’estensore lo da laddove cerca di spiegare l’inspiegabile: le affinità tra CFS e Arma dei CC! Infatti, sembra disconoscere che, mentre gli uni esercitano la funzione di polizia prevalentemente attraverso una diffusa prevenzione (che nella tutela dell’ambiente ha un suo significato) esercitata dalle Stazioni territoriali, gli altri operano quasi esclusivamente nella repressione dei reati ambientali con i reparti di specialità! Strutture che hanno la stessa denominazione (Stazione) non hanno necessariamente compiti affini … Se ci fosse stato un minimo confronto con le rappresentanze del personale, tutte queste contraddizioni sarebbero inesorabilmente emerse e forse è proprio per questo che né il Governo né tantomeno le amministrazioni, hanno mai voluto confrontarsi, come si dovrebbe fare in un Paese democratico!
Soluzioni alternative ci sarebbero come, ad esempio, l’istituzione di un reparto civile nell’Arma dei CC, sempre che si voglia, nonostante tutto, passare alla stessa la funzione di polizia ambientale; si eviterebbero così contenziosi e frazionamenti di competenze (come nel caso della CITES), dando si, in questo caso, benefici a tutti!
Il malcelato intento di far passare questa come una riforma epocale, senza mettere mano a quelle che realmente sono le sovrapposizioni funzionali nel Comparto sicurezza, farà si che, come cittadini oltre che Forestali, continueremo a subire le ingiustizie e le inefficienze che una politica sorda e cieca paga con le nostre tasse!
Questa è la realtà e a chi mi domanda come mai si voglia comunque perseguire tale obiettivo, non posso far altro che rispondere: “probabilmente per interessi di pochi a scapito dei molti”! Interessi di chi cerca una sistemazione politica di prestigio dopo aver finito il proprio mandato (o magari il prolungamento contra legem dello stesso), interessi di chi vuol presentarsi alle prossime elezioni politiche con la “bandierina” della riforma della sicurezza, interessi di chi ha barattato un riordino delle carriere – che al momento rimane una chimera – con la militarizzazione di una delle poche funzioni da mantenere civili: povera polizia ambientale, da sempre nel cuore di pochi ma bistrattata da molti, non solo politici!
Per quanto mi riguarda, visto che tutelo i Forestali, è a loro che rivolgerò le mie attenzioni future: salvaguardare tutti coloro i quali non vorranno essere militarizzati attraverso l‘azione politica e, soprattutto, legale, sarà il mio unico obiettivo! E la pubblicazione di tale documento, non fa altro che accrescere la mia volontà.
Saluto i tanti amici Carabinieri – conclude Moroni – ed a loro rammento che non è contro i militari che mi scaglio ma contro l’esercizio di un potere che nulla ha a che vedere con l’interesse di noi “poveri” uomini (di truppa) in uniforme!