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Fleximan condannato a 9 anni, ma non per gli autovelox. Era il boss di una banda di ladri

Negli ultimi due anni, il tema degli autovelox ha acceso polemiche in tutta Italia. Se da un lato vengono considerati strumenti fondamentali per garantire la sicurezza stradale, dall’altro molti cittadini li vedono come una forma di vessazione economica. Anche il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha manifestato l’intenzione di regolamentarne diversamente l’uso, avanzando proposte per una loro revisione.

Chi era Fleximan, il “giustiziere” degli autovelox

Nel pieno di questa controversia, è emerso un personaggio noto come Fleximan, così soprannominato per l’uso del flessibile con cui tagliava i pali degli autovelox. In poco tempo, le sue azioni sono diventate virali, con automobilisti da tutta Italia che chiedevano il suo intervento per eliminare le postazioni di controllo della velocità.

L’indagine dei Carabinieri: il volto nascosto di Fleximan

Dietro l’immagine dell’eroe rivoluzionario si celava in realtà un criminale. Giuseppe Artusio, detto “Geppo”, residente a Isola d’Asti, è stato identificato dalle forze dell’ordine come il vero Fleximan e recentemente condannato a nove anni di reclusione. L’indagine dei Carabinieri ha rivelato che il taglio degli autovelox non era un atto di protesta, ma una strategia per evitare che le telecamere riprendessero i movimenti della sua banda.

I crimini e la condanna di Artusio e della sua banda

Artusio è stato riconosciuto colpevole di 23 capi di imputazione, tra cui associazione a delinquere, furto di mezzi agricoli, furti in abitazioni e rapine ai danni di note catene come Old Wild West e Cisalfa. Insieme a lui, sono stati condannati due complici principali, rispettivamente a otto anni e otto mesi e sette anni di carcere, mentre altri membri della banda hanno ricevuto pene minori.

L’errore che ha incastrato Fleximan

Paradossalmente, ciò che ha reso Fleximan popolare ha anche segnato la sua rovina. Durante un’intercettazione, Artusio ha detto: “A un certo punto non c’è quella traversa che siamo passati per andare a tagliare i velox?”, fornendo agli inquirenti un indizio cruciale per ricostruire i suoi spostamenti e raccogliere prove decisive per la sua incriminazione.

Un caso emblematico di falsa ribellione

La vicenda di Fleximan dimostra come dietro gesti apparentemente rivoluzionari possano nascondersi intenti criminali. Questo caso sottolinea l’importanza del lavoro delle forze dell’ordine nel garantire la sicurezza pubblica e nel contrastare forme di delinquenza organizzata mascherate da atti di ribellione.

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