Intelligence

Figliuolo approda ai Servizi: dalla gestione Covid al vertice AISE. Focus sul futuro dell’intelligence militare.

IL GENERALE FIGLIUOLO APPRODA AI SERVIZI: UNA NUOVA ERA PER L’INTELLIGENCE MILITARE?

Come anticipato da Infodifesa, un nuovo tassello si aggiunge al mosaico dell’intelligence italiana. Il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, figura ormai familiare agli italiani per la gestione della campagna vaccinale anti-Covid, assume la vice direzione dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) con un DPCM firmato dalla Premier Meloni. Della nomina è stato prontamente informato il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

Crosetto traccia la rotta del cambiamento

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto sembra aver imboccato la strada giusta. La sua visione strategica, confermata dalla nomina di Figliuolo e dalle sue dichiarazioni sui social – “è il giusto riconoscimento dell’impegno e la dedizione con cui ha servito il Paese nel corso della sua carriera” – suggerisce una chiara comprensione delle necessità di modernizzazione del comparto difesa e intelligence.

Una nomina nel segno della continuità e del rinnovamento

La nomina, della durata di due anni, consolida la presenza dell’Esercito ai vertici dell’intelligence esterna. Con Figliuolo che affianca Zontilli come vice del direttore Caravelli, l’AISE si rafforza con professionalità di alto profilo, in un momento storico dove le sfide alla sicurezza nazionale richiedono competenze sempre più specialistiche.

Il ruolo dell’AISE

All’AISE è affidato il compito fondamentale di ricercare ed elaborare tutte le informazioni utili alla difesa dell’indipendenza, dell’integrità e della sicurezza della Repubblica dalle minacce provenienti dall’estero, anche in attuazione di accordi internazionali. L’agenzia si occupa inoltre delle attività in materia di controproliferazione concernenti i materiali strategici e delle attività di informazione per la sicurezza extra-territoriali, proteggendo gli interessi politici, militari, economici, scientifici e industriali dell’Italia.

Il RIS: criticità e necessità di riforma

Il Reparto informazioni e sicurezza dello Stato maggiore della difesa (RIS) svolge attualmente compiti esclusivamente tecnico-militari e di polizia militare, occupandosi della tutela dei presidi e delle attività delle Forze armate all’estero, rimanendo separato dal Sistema di informazione per la sicurezza. Dal RIS dipendono anche le addettanze militari all’estero, fondamentali sensori per l’intelligence nazionale.

Una delle criticità più evidenti dell’attuale sistema è la mancanza di professionalizzazione del personale all’estero del RIS. La prassi corrente di attingere saltuariamente personale dagli organici delle forze armate per missioni all’estero, per poi farlo rientrare alle mansioni precedenti, limita fortemente l’efficacia operativa e la continuità del servizio. Una riforma della legge 124/2007 dovrebbe necessariamente affrontare questa problematica, creando un corpo specializzato e permanente.

Verso una nuova era dell’intelligence militare

Le recenti mosse del Ministro Crosetto sembrano indicare una precisa volontà di rinnovamento. Mentre altri paesi NATO (e non) investono massicciamente nell’intelligence militare, l’Italia sta forse mostrando segnali di cambiamento. La maggior parte dei governi mantiene infatti robuste capacità di intelligence militare, con personale specializzato sia in unità dedicate che in altri servizi.

La sfida ora è duplice: professionalizzare il RIS creando un corpo di specialisti dell’intelligence militare permanente e altamente qualificato, e potenziare le capacità operative non solo in termini di armamenti, ma soprattutto in termini di capacità informative e analitiche. Con Crosetto al timone e Figliuolo in un ruolo chiave all’AISE, le premesse per questo cambiamento sembrano finalmente concrete.

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