“Fermo, polizia!”, Agenti di polizia locale sparano a salve in scuola materna: bimbi in lacrime e polemiche politiche
Scuola materna Borsellino a Palermo, lezione di educazione stradale al mattino: i bambini, assiepati ai lati del cortile, assistono alla simulazione messa in scena da due agenti della Polizia Locale che tengono al guinzaglio un pastore tedesco. A un certo punto, il rumore di due colpi di pistola subito dopo l’urlo “fermo, polizia!” mette paura e terrore tra i bambini: sono gli agenti ad aver sparato a salve. Il cane viene aizzato contro il finto ladro, i bambini si rifugiano dietro le maestre.
L’episodio, immortalato in un filmato ormai virale (GUARDA IL VIDEO), ha suscitato una bufera di critiche, che sono arrivate fino al parlamento nazionale: “Ha turbato me, che ho più di 40 anni, vedere il video diffuso dai media della simulazione di un arresto violento con tanto di spari a salve davanti a bambini della scuola dell’infanzia che, ovviamente, scoppiano in lacrime”, ha detto Marco Grimaldi, vicepresidente di Avs alla Camera.
“È avvenuto a Palermo – ha continuato – e spero non si ripeta altrove. Proteggere i più piccoli dal male è un compito titanico che terrorizza ogni genitore, soprattutto in un mondo che sembra sempre più in balia di forze distruttive. Pensare che l’educazione e l’assuefazione alla violenza e alla paura, con tutta la banalità dell’ignoranza di chi non capisce il potenziale formativo del proprio ruolo, possa arrivare da pezzi dello Stato mette ancora più inquietudine”.
“Considero di una inquietante leggerezza la decisione di ritenere educativo e formativo l’esplodere colpi di pistola, seppur a salve, davanti a bambini della scuola dell’Infanzia e della Primaria, per di più in una città che, nei mesi scorsi, ha vissuto con sgomento il ripetersi di episodi con spari in pieno centro, in luoghi di ritrovo di giovani e giovanissimi”, ha affermato a sua volta la senatrice del Movimento 5 Stelle, Dolores Bevilacqua.
“Quanto accaduto – ha sottolineato – non solo è diseducativo, ma trasmette un messaggio pericoloso: normalizzare l’uso delle armi e delle simulazioni di violenza in un contesto che dovrebbe, al contrario, essere dedicato alla costruzione di una cultura di pace, rispetto e dialogo. È doveroso riflettere sull’impatto emotivo che tali attività possono avere su bambine e bambini così piccoli, e trovo paradossale che un progetto che avrebbe dovuto insegnare la sicurezza stradale si sia trasformato in una sorta di spettacolo militarizzato con l’ausilio di armi e cani addestrati”.