Esercito, malessere all’interno delle caserme: insoddisfazione generale e disuguaglianze di trattamento. Il Sindacato Itamil chiede azioni concrete
Il Sindacato Itamil Esercito ha recentemente espresso le proprie preoccupazioni riguardo alla situazione generale dei militari e alla mancanza di azioni concrete da parte del governo Meloni. In particolare, il sindacato ha evidenziato la mancanza di finanziamenti per il Fesi e la necessità di rinnovare il contratto dei militari dell’Esercito. Secondo il sindacato, l’amministrazione dello Stato Maggiore dell’Esercito sembra ignorare le richieste dei sindacati e il malessere all’interno delle caserme sta crescendo a causa di diverse problematiche.
Disuguaglianze e problemi nelle caserme
Il Sindacato Itamil Esercito ha affermato di ricevere segnalazioni da ogni parte d’Italia e da tutte le categorie di militari. Tra i casi segnalati, si trovano situazioni ingiuste come quella di un collega monoreddito con famiglia e mutuo alle spalle, costretto a un trasferimento di 300 chilometri dalla propria casa dopo aver perso l’incarico a causa di un infortunio sul lavoro con causa di servizio. Inoltre, secondo alcune segnalazioni, alcuni colleghi sembrerebbero essere trasferiti da una caserma all’altra nella stessa sede, mentre altri colleghi al nord sono costretti ad attendere il loro turno, senza alcuna considerazione delle loro esigenze personali.
Il sindacato ha anche sottolineato la complessità dei requisiti per gli spostamenti dei militari, che sembrano essere diventati una sorta di concorso. Nonostante abbiano segnalato più volte problemi di spessore umano a e altre questioni al primo Reparto di SME (Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito), non hanno ricevuto risposte adeguate. Inoltre, il Sindacato Itamil Esercito ha denunciato, inoltre, che coloro che usufruiscono della legge 104 vengono penalizzati, così come chi si ammala o viene diagnosticato con una patologia, che viene quasi considerato per la rottamazione.
Le richieste di revisione di alcune leggi, come la legge 104, 267 e 42 bis, che in passato erano state sostenute dagli attuali esponenti del governo quando erano all’opposizione, sembrano essere state completamente ignorate. L’insoddisfazione generale e le disuguaglianze di trattamento stanno alimentando un clima di malessere che il sindacato ha tentato di affrontare attraverso il dialogo, ma che si è rivelato complesso.
Il Sindacato Itamil Esercito ha espresso la propria preoccupazione riguardo alla mentalità presente in alcuni apparati dello stato maggiore, che sembrano resistere al cambiamento e non accettare le necessarie modifiche. Ad esempio, è stato riportato il caso di un comando nel nord Italia in cui il Comandante vieta l’ingresso dei figli minorenni dei militari all’interno della caserma, costringendoli ad aspettare fuori in strada. E il sindacato si chiede se la stessa regola valga anche per le alte gerarchie.
“Il personale – si legge nella nota Itamil – si lamenta anche della vestizione e dei turni massacranti ovviamente con il dubbio se vengono pagati allo stesso modo di coloro che fanno gli straordinari nei palazzi romani.
I nostri tesserati – continua la nota – della caserma Babini ad esempio si lamentano che sono isolati dal mondo chiedono il riconoscimento della disagiata perché mancano i servizi più elementari, sono preoccupati del fattore di rischio che potrebbero causare alcune problematiche per la salute dei militari all’interno della Caserma come la possibile esposizione ai gas radon e la vicinanza ad un centro di smaltimento rifiuti, a Pisa altri protagonisti stessa musica ovvero i colleghi segnalano la questione della base americana “Camp Derby” che dal 2020 è stata inserita tra le sedi disagiate a differenza del comprensorio militari Dario Vitali che si trova nella stessa zona delineato da un cancello esclusa dalla disagiata, creando disparità di trattamento.
Altre lamentele arrivano in materia di: alloggi, valorizzazione professionale come la rivisitazione della 2938 che non tiene conto di quanto previsto dal riordino delle carriere del 2017, e di tanto altro, il malessere continuerà ad aumentare e non potremo che denunciare pubblicamente queste criticità”. “In tutto questo, se il Ministro non interviene, sarà responsabilità dell’attuale governo, indifferente alla condizione di malessere crescente del personale all’interno delle caserme. Nel frattempo, nei Carabinieri, la valorizzazione professionale, il fesi, l’avvicendamento e il ricongiungimento familiare non creano malessere. Due mondi il comparto difesa e sicurezza totalmente opposti. La licenza straordinaria per i dirigenti sindacali non ci emoziona, a noi interessa risolvere i problemi del personale, non ci interessano le mancette.
Appello al Ministro della Difesa per soluzioni concrete
Il sindacato ha invitato il Ministro a prestare maggiore attenzione alle necessità dei militari e ad adottare misure concrete per migliorare la loro situazione. Inoltre, si sono resi disponibili a collaborare con il Ministro per trovare soluzioni appropriate alle esigenze dei militari, mettendo il benessere e la dignità del personale al primo posto rispetto alle richieste dei dirigenti sindacali.
Il Sindacato Itamil Esercito ha infine annunciato l’intenzione di chiedere a tutti i propri referenti in Parlamento di avviare un’indagine conoscitiva sulle generali condizioni dei militari dell’Esercito. Ritenendo fondamentale fare luce sulla situazione e trovare soluzioni condivise, il sindacato si impegna a perseguire il benessere e la dignità dei militari come obiettivi primari.
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