Carabinieri

Due morti per taser in 48 ore, 4 Carabinieri indagati. Luongo: «Sostegno incondizionato ai colleghi». E la domanda resta: devono farsi massacrare per non finire sotto inchiesta?

Due casi in 48 ore, le Procure aprono fascicoli per omicidio colposo

Olbia e Genova, in appena due giorni, sono diventate l’epicentro di due vicende di cronaca che hanno riacceso le polemiche sull’uso del taser da parte delle forze dell’ordine.
Sabato a Olbia e domenica a Sant’Olcese, sulle alture di Genova, due uomini sono morti dopo essere stati colpiti dalla pistola a impulsi elettrici in dotazione ai carabinieri.

Le Procure di Tempio Pausania e di Genova hanno aperto fascicoli per omicidio colposo. Gli indagati sono quattro militari dell’Arma: due in Sardegna (il capopattuglia e l’operatore che ha premuto il grilletto) e due in Liguria. L’iscrizione nel registro è un atto dovuto, necessario a consentire ai carabinieri coinvolti di nominare consulenti di parte e partecipare agli accertamenti tecnici.

Il caso di Olbia: attesa per l’autopsia

A Olbia la tragedia si è consumata sabato sera, nel quartiere di Santa Mariedda. Gianpaolo Demartis, 57 anni, originario di Bultei e residente tra Sassari e Olbia, è morto per arresto cardiaco sull’ambulanza che lo stava trasportando in ospedale. Poco prima era stato fermato con il taser dai carabinieri.
Il procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, ha già fissato l’autopsia sul corpo della vittima per giovedì 21 agosto.

Il caso di Genova: 41enne bloccato con il taser

Il giorno dopo, a Sant’Olcese, è stato necessario l’uso del taser per fermare un uomo di 41 anni. Anche in questo caso i due militari che hanno preso parte all’operazione risultano indagati.

Il messaggio del generale Luongo: “Sostegno incondizionato ai colleghi”

Nel pieno della bufera mediatica, arriva la presa di posizione del comandante generale dei carabinieri, Salvatore Luongo. In una lettera indirizzata a tutti i militari dell’Arma ha espresso parole di vicinanza e fermezza.

«Il mio sostegno incondizionato ai colleghi coinvolti, nelle ultime ore, nei fatti di Olbia e Genova», scrive Luongo, sottolineando la delicatezza delle decisioni che i carabinieri sono chiamati a prendere sul campo: «Ogni decisione deve essere presa in pochi istanti, con un rilevante peso emotivo e la consapevolezza delle responsabilità che il nostro ruolo comporta».

Il generale ha poi ribadito l’orgoglio per il lavoro quotidiano dell’Arma: «L’impegno silenzioso e costante dei Carabinieri è la più alta testimonianza di dedizione al dovere. Siamo presenti quando gli altri si riposano, vigili quando gli altri si distraggono, vicini quando gli altri si allontanano».

La realtà non si addomestica con le buone intenzioni

Il taser non è un videogioco né un giocattolo da laboratorio. È uno strumento che nasce per salvare vite, per ridurre la violenza, per evitare che una colluttazione si trasformi in una tragedia ancora più grande.

Certo, ogni morte è una ferita. Ma la domanda resta: cosa devono fare le forze dell’ordine, farsi massacrare per non finire indagate?
Perché la società cambia, e con essa cambiano anche i rischi: malviventi ed esagitati non si fermano con le parole.
La sicurezza non si garantisce con i buoni propositi, ma con strumenti adeguati e il coraggio di usarli.

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