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DIFESA:32 CASI DI STRESS POST-MISSIONE TRA MILITARI ITALIANI

Sono 32 dal 2007 ad oggi i casi censiti di disturbo post-traumatico da stress (Dtds) tra i militari italiani in missione all’estero. Un dato probabilmente sottostimato a causa di mancate segnalazioni e tendenza a nascondere la patologia, ma in ogni caso, è da ritenere che il tasso reale di incidenza di questo disturbo in Italia sia sensibilmente inferiore a quello delle forze armate di Paesi alleati. Ciò per merito di una migliore selezione del personale e per il minor carico operativo (per intensità e durata). Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, rispondendo ad un’interrogazione del deputato leghista Marco Marcolin.
Il Dtds e’ uno stato di forte sofferenza psicologica provato in reazione a situazioni vissute durante l’impiego in missioni militari delicate e pericolose come quella in Afghanistan.
Per quanto riguarda i suicidi, ha rilevato Mauro, con la sospensione del servizio di leva obbligatorio, il fenomeno “si e’ sostanzialmente ridotto a valori non statisticamente rilevabili”. Riguardo al numero dei suicidi avvenuti entro due anni dall’impiego in missioni in Afghanistan o in Iraq, ha proseguito, sono noti soltanto dati parziali riferiti ai carabinieri, che parlano di quattro casi.
“Il personale militare – ha spiegato ancora il ministro – e’ sottoposto a specifici accertamenti prima dell’invio in teatro operativo, nel contesto di una visita medica al termine della quale viene rilasciata l’idoneita’ psicofisica all’impiego.
Successivamente, al rientro della missione, il personale viene monitorato e, se ritenuto opportuno, sottoposto a ulteriori approfondimenti”. (ANSA).

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