Esercito

Dice di star male, ma va ad una festa di matrimonio. Militare condannato

Nel 2016 aveva presentato tre certificati medici che attestavano una patologia invalidante, la sindrome vertiginosa, ma invece di restare a casa si è spostato a Caserta per l’addio al celibato di un amico e per partecipare, il giorno successivo, alla cerimonia di nozze. Questo sarebbe stato solo uno degli episodi che hanno portato alla condanna di un caporale maggiore scelto dell’esercito, in servizio al decimo reggimento genio guastatori di Cremona. L’uomo è stato condannato a due anni e un mese di reclusione militare dal Tribunale Militare di Verona, come riportato da Ansa, su richiesta del procuratore militare Stanislao Saeli, ed essendo recidivo, non gli è stata concessa la sospensione condizionale della pena.

Il militare è stato ritenuto colpevole di ripetuti casi di assenteismo dal servizio, casi che l’imputato aveva giustificato con certificati rilasciati da medici privati. L’uomo lamentava dolori al ginocchio oppure disturbi come la sindrome vertiginosa, ma nel corso delle indagini è stato scoperto che durante questi periodi di malattia il caporale svolgeva delle attività non compatibili con le patologie certificate. Attività che, a volte, lui stesso documentava postando foto sul suo profilo Facebook.

Il sottufficiale, inoltre, dopo essersi più volte sottratto all’ordine di recarsi presso le competenti Commissioni Mediche Ospedaliere militari, alla fine era stato giudicato «idoneo al servizio». Tuttavia, non si era ripresentato al lavoro trasmettendo ulteriori certificati rilasciati da medici privati, a cui aveva taciuto di essere stato valutato idoneo dall’autorità sanitaria militare. Tra gli elementi prodotti dall’uomo tre certificati medici (datati 11, 12 e 22 maggio 2016) attestanti una patologia invalidante (sindrome vertiginosa), «incompatibile – si legge nella sentenza – con le attività poste in essere nel medesimo periodo (in particolare, si spostava a Caserta, per recarsi dapprima in un locale per festeggiare l’addio al celibato di un amico, e poi, il giorno successivo, nei luoghi dove si svolgeva la cerimonia di nozze)». Al militare, recidivo, non è stata concessa la sospensione condizionale della pena.

 

 

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