Detenuto stacca a morsi pezzo di mano ad un ispettore della Polizia Penitenziaria
La scintilla sarebbe stata la richiesta di un cambio cella. Il detenuto, rifiutandosi e andando su tutte le furie, si sarebbe scagliato contro l’ispettore mordendogli una mano fino ad arrivare a strappargli la carne, poi si sarebbe buttato sulle gambe di due poliziotti arrivati in aiuto e li avrebbe presi a morsi ai polpacci. I testimoni raccontano che il 34enne avrebbe addirittura ingoiato il pezzo di carne strappato dalla mano dell’ispettore
Entrato a Marassi il 6 dicembre 2022, il carcerato era ristretto al piano terra della prima sezione, per scontare la pena per reati di violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e danneggiamento.
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La notizia della brutale aggressione arriva dal carcere di Marassi e a denunciarla è la Uilpa polizia penitenziaria per voce di Fabio Pagani: “Quest’ultimo episodio è il segno tangibile di come le carceri nostrane continuino a rappresentare una vera e propria emergenza sociale e di quanto minino la sicurezza e, persino, la libertà delle istituzioni democratiche – commenta il sindacalista – Il continuo assalto agli operatori dello Stato, esposti peraltro a denunce e inchieste non sempre giustificate, sono la sintomatologia più evidente di un’organizzazione inefficace e a lunghi tratti fallimentare che non riesce minimamente a fare in modo che la pena possa assolvere alle funzioni ad essa assegnate dalla Carta costituzionale”.
“Il fatto che l’ultimo episodio, connotatosi, sembrerebbe, anche da cannibalismo, aggrava, se possibile, ancor di più la disastrosa situazione e impone l’adozione di contromisure immediate, tangibili ed efficaci. Del resto – prosegue il leader regionale della Ulpa polizia penitenziaria – la media delle aggressioni gravi dei detenuti nei confronti della polizia penitenziaria si attesta a due al giorno, conteggiando solo quelle più gravi, e né l’amministrazione, né tantomeno il ministro della Giustizia hanno saputo finora farvi fronte”.
“A questo punto – conclude Pagani – chiediamo almeno due segnali immediati: il Dap si costituisca parte civile nei procedimenti penali a carico di detenuti che abbiano aggredito gravemente gli operatori; parallelamente, il Governo si faccia promotore di un ‘decreto carceri’ che affronti l’emergenza penitenziaria con provvedimenti strutturali e coordinati”.
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