Definì Mattarella “usurpatore”, generale Pappalardo a processo
Il generale di brigata in congedo dall’Arma dei carabinieri, Antonio Pappalardo, è stato rinviato a giudizio per vilipendio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Lo ha deciso il gup del tribunale di Roma accogliendo la richiesta del pm Sergio Colaiocco. Era il 21 dicembre 2017 quando nella veste di presidente del Movimento ‘Liberazione Italia’ si presentò al Quirinale per notificare “un ‘verbale d’arresto a carico di Sergio Mattarella per il delitto di usurpazione di potere politico, definendolo, in presenza di più persone, un usurpatore”.
“Ho chiesto io stesso al giudice di andare a processo – ha detto Pappalardo fuori dall’aula – Voglio capire se ci sarà un giudice che mi spiegherà se quello che ho fatto è un qualcosa di illegale o meno. Oppure è lo stesso Mattarella ad esser stato votato da un parlamento illegittimo? Questa domanda merita o meno risposta? Sono tutti incompetenti?”.
Pappalardo potrebbe rischiare un processo anche per aver istigato diversi appartenenti alle forze dell’ordine ad arrestare i membri del Governo e del Parlamento “perché da lui ritenuti privi di legittimazione” sulla base di una sua interpretazione della sentenza della Corte Costituzionale sull’illegittimità del ‘Porcellum’. Pappalardo in questo caso è accusato di ‘istigazione a commettere un arresto illegale’, “mediante la diffusione di video pubblicati su social network ed una intervista rilasciata ad un quotidiano il 22 ottobre 2017”. (AdnKronos)