Cucchi, carabiniere in aula: “Registro ‘sbianchettato’ andava sequestrato”
“Quando vidi il rigo interamente sbianchettato sul registro dei fotosegnalamenti dissi al capitano Tiziano Testarmata che non si trattava di una mera irregolarità e che non bastava fare una fotocopia del documento ma bisognava sequestrare l’originale e mandarlo in Procura, anche per fare una perizia. Il rigo sbianchettato era del 16 ottobre e combaciava con il giorno di arresto di Stefano Cucchi: per me non c’era dubbio che sotto ci fosse scritto il suo nome”. Lo ha detto il maggiore Pantaleone Grimaldi, sentito oggi al processo sui depistaggi per il caso di Stefano Cucchi, deceduto il 22 ottobre 2009 sei giorni dopo essere stato arrestato per droga.
Grimaldi, che nel 2015 era comandante della Compagnia Casilino, nel novembre di quell’anno venne contattato dal comandante del Reparto operativo, il colonnello Lorenzo Sabatino, il quale lo avvertì che sarebbe arrivato il capitano Testarmata per acquisire documenti sul caso Cucchi che erano conservati in un armadio chiuso a chiave.
“Il capitano Testarmata era perplesso, si allontanò per fare una telefonata e quando tornò disse di procedere come già deciso – ha aggiunto Grimaldi rispondendo alle domande del pm Giovanni Musarò – cioè facendo una semplice fotocopia del registro. Mi arrabbiai per questa decisione ma all’epoca avevo assoluta fiducia su Testarmata, che era delegato e da subito si è comportato come titolare a svolgere l’acquisizione degli atti”.
Per i depistaggi sono imputati il generale Alessandro Casarsa all’epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, e altri 7 carabinieri, tra cui Lorenzo Sabatino, allora comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma. Gli otto carabinieri sono accusati a vario titolo e a seconda delle posizioni di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia.
Per la vicenda legata al fotosegnalamento e al nome di Cucchi sbianchettato il comandante Testarmata è accusato di favoreggiamento in quanto l’ufficiale recatosi “il 4 novembre del 2015 presso la compagnia Casilina per acquisire una serie di atti” si è reso conto che “il registro delle persone sottoposte a fotosegnalamento della Compagnia di Roma Casilina era stato alterato” e che “era stato cancellato con il bianchetto – scrivono i pm – il passaggio di un soggetto dalla sala Spis nella giornata del 16 ottobre del 2009 (giorno dell’arresto di Cucchi)”. Secondo l’accusa Testarmata avrebbe “omesso di prelevare il registro in originale nonostante fosse stato ripetutamente ed esplicitamente stimolato in tal senso dal maggiore Pantaleone Grimaldi(comandante della compagnia Casilina) e dal tenente Carmelo Beringheli (comandante del nucleo operativo di Casilina)” (Adnkronos)