Politica

Crosetto all’attacco: “Netanyahu ha perso ragione e umanità”


«Quel che sta accadendo è inaccettabile. Non siamo di fronte a un’operazione militare con danni collaterali, ma alla pura negazione del diritto e dei valori fondanti della nostra civiltà».
Parole dure, quelle del ministro della Difesa Guido Crosetto, rilasciate in un’intervista a La Stampa. Il titolare della Difesa ribadisce l’impegno italiano sul fronte degli aiuti umanitari, ma chiede un salto di qualità nelle azioni diplomatiche: «Oltre alla condanna bisogna ora trovare il modo per obbligare Netanyahu a ragionare».


Liberare Gaza non significa cacciare un popolo

Crosetto distingue nettamente tra il contrasto ad Hamas e l’espulsione forzata dei palestinesi: «Un conto è liberare Gaza da Hamas, un conto è liberarla dai palestinesi. La prima si può chiamare liberazione. Cacciare invece un popolo dalla sua terra è ben altro».
Sulla possibilità di riconoscere formalmente lo Stato di Palestina come strumento di pressione, il ministro frena: «Quello Stato non c’è e riconoscerlo ora rischierebbe di trasformarsi in una provocazione politica. Serve costruire un percorso per attuare la storica risoluzione ONU dei due popoli, due Stati».

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Europa ferma davanti a Gaza

Alla domanda sul perché i leader europei non si rechino a Gaza come avvenuto per Kiev, Crosetto risponde senza giri di parole: «Perché troverebbero come interlocutore un governo, quello israeliano, che non è disposto a dialogare. Ha assunto una linea fondamentalista e integralista».
Secondo il ministro, la legittima difesa di Israele dopo l’attacco terroristico di Hamas non regge più: «Siamo di fronte a un progetto diverso: la conquista di un territorio straniero, mettendo in conto una catastrofe umanitaria».


L’ipotesi sanzioni e il paragone con Putin

Crosetto non esclude la necessità di misure più dure: «L’occupazione di Gaza e alcuni atti in Cisgiordania segnano un salto di qualità. Vanno prese decisioni che obblighino Netanyahu a ragionare. Non sarebbe una mossa contro Israele, ma un modo per salvare quel popolo da un governo che ha perso ragione e umanità».
E lancia un monito: «Bisogna distinguere governi, Stati e popoli. Vale per Netanyahu come per Putin, i cui metodi si assomigliano pericolosamente».


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