Carabinieri

CORVETTO, LA VERITÀ DALLE BODYCAM DEI CARABINIERI: “LA VITA NON E’ UN GIOCO. NON È LA PLAYSTATION, CHE SCAPPI, POI SBATTI”

CORVETTO, LA VERITÀ DALLE BODYCAM: “NON È LA PLAYSTATION” – LE DRAMMATICHE FASI DOPO L’INSEGUIMENTO

Gli istanti dopo la tragedia del Corvetto emergono dalle bodycam dei Carabinieri, documentando minuto per minuto i concitati momenti successivi all’inseguimento che ha portato alla morte del giovane Ramy. Le immagini mostrano i militari impegnati nei primi soccorsi, con un carabiniere che pratica il massaggio cardiaco mentre si sente distintamente la richiesta urgente: “Uno si muove… manda un’ambulanza”.

LE PAROLE DI BOUZIDI: LA VERSIONE IN AMBULANZA

Durante il trasporto in ambulanza, Fares Bouzidi, il 22enne alla guida dello scooter, fornisce la sua versione dei fatti: “C’avevo i carabinieri dietro e poi mi hanno sbattuto”. Il giovane, visibilmente scosso, aggiunge: “I carabinieri mi hanno fatto cadere… non ricordo niente”. Quando la soccorritrice gli domanda il motivo della sua fuga, la risposta è lapidaria: “Non avevo la patente”. Una confessione che si scontra con quanto dichiarato successivamente al GIP il 12 dicembre.

IL DRAMMATICO DIALOGO IN OSPEDALE

Le telecamere catturano anche il teso confronto tra i militari e i familiari di Bouzidi in ospedale. “Ha perso il controllo del motorino ed è caduto, il ragazzo che era con lui è messo molto male”, spiega un carabiniere alla sorella del conducente. La donna, preoccupata, chiede conferma: “Quindi non ha sbattuto contro la macchina?”. La risposta del militare è netta: “No, non c’era una macchina davanti, c’era la nostra macchina che inseguiva”.

LA DURA REALTÀ E L’INTERVENTO DI PIANTEDOSI

“Non è la playstation, che scappi, poi sbatti”, sono le parole severe del carabiniere, pronunciate poco prima della tragica comunicazione del decesso di Ramy. Sul caso è intervenuto anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha dichiarato: “Giudicherà l’autorità giudiziaria. I carabinieri hanno consegnato tutti i video, altri valuteranno quello che è successo”. Il ministro ha poi sottolineato: “Il primo fattore che può evitare la condizione di pericolo per sé stessi e per gli operatori è fermarsi all’alt”.

LE VERSIONI CONTRASTANTI

La versione fornita da Bouzidi al GIP contrasta con quanto emerge dai video: “Non ho perso io il controllo, ho sentito questa botta, un urto, questa spinta forte da dietro, poi siamo volati via”, aveva dichiarato durante l’interrogatorio dopo l’arresto per resistenza. Una ricostruzione che ora dovrà essere valutata alla luce delle nuove evidenze emerse dalle bodycam, che documentano minuziosamente gli istanti successivi all’incidente.

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