Controversia sulle licenze sindacali nel Ministero della Difesa, il Sindacato dei Militari “uno spreco di risorse in violazione di legge”
Una recente nota del sindacato dei militari, guidato da Luca Marco Comellini, ha sollevato polemiche riguardo alle licenze sindacali concesse nel Ministero della Difesa. La disposizione del Direttore Generale della Direzione Generale del personale militare, Antonio Vittiglio, che ieri Infodifesa.it ha pubblicato in anteprima, ha suscitato indignazione all’interno dell’organizzazione, alimentando un dibattito sull’applicazione della legge e sull’equità nell’assegnazione dei permessi. Esaminiamo i dettagli della controversia e la sua possibile implicazione sul bilancio dello Stato secondo quanto riportato dal sindacato dei militari.
Licenze sindacali per “gravi motivi” nel contesto militare:
La licenza straordinaria per “gravi motivi” è un istituto previsto dall’ordinamento militare per permettere ai militari di affrontare lutti, problemi personali o familiari gravi, o malattie. Queste licenze, limitate a un massimo di 45 giorni all’anno, sono concesse senza decurtazioni stipendiali o delle indennità operative e di funzione. La decisione del Direttore Generale sembra ampliare questa possibilità per i dirigenti sindacali delle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.
Le implicazioni della decisione
La disposizione del Direttore Generale solleva alcune domande rilevanti. In primo luogo, la decisione sembra ignorare le disposizioni della legge 46/22 che assegna al Ministro per la pubblica amministrazione il potere di decretare la ripartizione dei distacchi sindacali e dei permessi retribuiti tra le associazioni sindacali. Questo solleva interrogativi sul coinvolgimento del Ministro Crosetto nel promuovere tale decisione.
Contrattazione collettiva e mancato avvio
La quantificazione e la ripartizione dei permessi e dei distacchi sindacali dei dirigenti delle associazioni sindacali dovrebbero essere oggetto di contrattazione collettiva. Tuttavia, nonostante il ritardo nel suo inizio, il processo di contrattazione collettiva non è ancora iniziato. Questo solleva ulteriori interrogativi sul coinvolgimento del Ministro Crosetto e sul suo ruolo nel promuovere la decisione.
Impatto economico sul bilancio dello Stato
L’aspetto finanziario della decisione è altrettanto significativo. Con l’assegnazione di 9 giorni al mese di licenza straordinaria per gravi motivi a 7 dirigenti sindacali di ciascuna delle 27 associazioni sindacali, il numero totale di giornate non lavorate potrebbe raggiungere le 1701 al mese. Questo si traduce in un costo considerevole per il bilancio dello Stato, con i contribuenti che dovranno sostenere oltre 10.000 giornate di “ferie” all’anno. Questa spesa potrebbe superare i costi attuali dell’inutile rappresentanza militare, che si aggirano intorno ai 4,5 milioni di euro all’anno solo per le indennità di missione.
Il disappunto delle forze di polizia a ordinamento civile
La nota del sindacato dei militari solleva un ulteriore punto di discussione: le organizzazioni sindacali del personale delle forze di polizia a ordinamento civile non hanno mai ottenuto tali privilegi dai loro ministri. Questo crea una disparità nel trattamento tra i militari e le forze di polizia civili, alimentando una sensazione di ingiustizia.
Sarebbe auspicabile – conclude il sindacato – un intervento da parte della Premier Giorgia Meloni per garantire il rispetto della legge e delle norme che regolano la rappresentanza sindacale nel contesto militare.
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