Contratto Difesa e Sicurezza: con questi aumenti meglio la Pensione
Dopo l’apertura ufficiale della contrattazione del comparto Difesa e Sicurezza, ieri (08 maggio 2024) ha avuto luogo il primo tavolo tecnico di confronto tra i rappresentanti della Funzione Pubblica e i rappresentanti delle associazioni sindacali militari.
Nel corso dell’incontro sono stati chiariti numerosi aspetti procedurali, ma soprattutto il quadro delle risorse messe a disposizione dal Governo per il rinnovo negoziali del personale “non dirigente”, riferito al triennio 2022-2024, per un ammontare complessivo tra i due comparti di circa 1.518 milioni di euro.
Si parla di un incremento reddituale medio pari al 5,8% a fronte di un’inflazione che nello stesso periodo di tempo si è attestata ad un valore superiore al 16%.
La Federazione Sindacati Aeronautica Militare, presente all’incontro con una delegazione composta dai Segretari Generali delle tre sigle che la compongono, USAMI, SIAM e SIULM, ha avuto modo di esporre la propria posizione rispetto a quanto rappresentato.
Partendo dalla considerazione che nello stesso periodo di riferimento l’adeguamento delle pensioni è stato del 7%, riteniamo assolutamente inadeguato il complesso delle risorse messe a disposizione e, sebbene non si pretenda il recupero totale di quanto perso in termini di potere di acquisto delle retribuzioni rispetto all’inflazione, non può essere in alcun modo accettabile l’idea che chi lavora debba essere penalizzato rispetto a chi sta a casa.
La Federazione, in tal senso, ha lanciato l’allarme relativo all’esodo del personale che, proprio per le dinamiche predette, avrebbe più convenienza ad abbandonare il servizio attivo e beneficiare degli adeguamenti previsti per chi è in quiescenza. Ha poi sottolineato la necessità che il Governo proceda al reperimento di ulteriori risorse che producano un adeguamento stipendiale superiore a quello previsto per i pensionati.
Sulla base di queste premesse, non ci sono i presupposti per la sottoscrizione di un qualunque tipo di accordo. Solo un passo avanti in tal senso consentirà di avviare un vero confronto, che comunque dovrà tenere conto della necessità di procedere quanto più possibile ad una attribuzione delle risorse all’incremento della parte fissa delle retribuzioni, veicolandole verso quegli istituti retributivi che consentano una loro distribuzione uniforme tra tutti i gradi e ruoli.
Per quello che invece attiene alla parte accessoria è stato sottolineato come gli istituti forfettari, quali il CFI, il CFG e lo Straordinario, per le loro caratteristiche di attribuzione, discrezionali e arbitrarie, siano istituti estremamente divisivi per il personale. Per questo è opportuno procedere ad una cancellazione o quanto meno anemizzazione dei primi due ed una più equa ripartizione dello straordinario. In tal modo, si otterrebbe un recupero di risorse da destinare ad altri emolumenti basati su parametri più oggettivi.
La Federazione Sindacati Aeronautica Militare ha poi sollecitato l’avvio di un tavolo di confronto in tema di Previdenza Complementare e Dedicata, problema non più procrastinabile che richiede un intervento urgente da parte del Governo e delle parti sociali.
In conclusione, se da un lato è stato sottolineato che la volontà governativa è di procedere ad una chiusura celere del negoziato, all’insegna del “pochi maledetti e subito”, dall’altro, quale Federazione rappresentativa del 70% del personale A.M., la nostra determinazione è di far sì che, a prescindere dalle tempistiche, si proceda in modo tale che sia garantito un rinnovo rispettoso della dignità di chi lavora al servizio del paese.
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