Conegliano, carabiniere fuori servizio blocca un ladro e poi ha un infarto. Il figlio: «L’hanno operato, sta bene»
Era seduto in auto, posteggiata proprio di fronte al supermercato Interspar di Conegliano, in attesa di tornare a casa dopo aver fatto la spesa con la moglie. Quando ha visto alcuni commessi che stavano inseguendo un uomo in fuga con lo scatolone di un televisore sottobraccio, non ci ha pensato neppure un istante. E’ intervenuto subito, come decine di altre volte in carriera, e ha inseguito e bloccato il ladro, in attesa che arrivassero i colleghi a cui affidarlo per portarlo in caserma. Acqua fresca per uno come Marco Giandomenico, 49enne di origini udinesi, brigadiere capo dei carabinieri in servizio a Conegliano. Questa volta però, forse per la foga dell’intervento o per la fatica dell’inseguimento, è stato colpito da un malore improvviso.
Il racconto del figlio
«È stato non appena sono arrivati i suoi colleghi, è stato dieci minuti con la persona che aveva fermato – ha raccontato il figlio, Davide – poi si è sentito male, non appena ha finito la sua mansione». L’episodio è avvenuto nel pomeriggio di venerdì 3 giugno. Al supermercato di via Borgo Porta è intervenuta un’ambulanza e l’automedica del Suem 118. Giandomenico (ne festeggerà 50 il prossimo 15 ottobre) è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Conegliano dove è stato colpito da un ulteriore malore, ancora più intenso, forse un infarto. L’intervento rapidissimo dei medici ha evitato il peggio. Il brigadiere capo è stato sottoposto nella notte ad un intervento di angioplastica, perfettamente riuscito, e ora resterà ricoverato almeno una settimana prima di poter fare ritorno a casa; già all’età di 33 anni era stato colpito da un infarto e anche in quell’occasione era riuscito a cavarsela. «Ora non si può muovere ma tornerà più forte di prima – spiega ancora Davide -. Lui è fatto così: ha un senso civico incredibile, è il nostro eroe, siamo fieri di lui».
Tanti amici vicini
Marco Giandomenico è sempre stato un militare operativo e solo negli ultimi giorni aveva dovuto svolgere mansioni d’ufficio. Ieri il suo cellulare e quello dei famigliari hanno continuato a suonare per tutto il giorno: sono stati in tanti, tra amici, colleghi, i superiori e gli ufficiali dell’Arma, a volersi accertare del suo stato di salute. A tutti, riferisce sempre il figlio, il 49enne ha risposto con la sua allegria e giovialità, con la speranza di tornare al lavoro. «Ora lo rivoglio a casa», dice Davide Giandomenico, interpretando il pensiero della madre Deborah che è stata testimone diretta della brutta disavventura capitata al marito, peraltro già protagonista, il 30 gennaio del 1995 a Candelù di Maserada sul Piave, di un episodio che gli era valso una medaglia di bronzo al valor militare. Questa la motivazione dell’onorificenza: «Militare addetto a stazione distaccata, in servizio perlustrativo automontato unitamente al proprio comandante, non esitava ad intervenire in istituto di credito ove tre individui, armati e travisati, stavano consumando una rapina. Sebbene ferito da colpi di fucile mitragliatore, con coraggio e cosciente sprezzo del pericolo, ingaggiava conflitto a fuoco con i malfattori costringendoli ad interrompere l’azione criminosa e a darsi alla fuga. Chiaro esempio di virtu’ militare ed elevato senso del dovere». Ieri, intanto, il 28enne nigeriano arrestato da Giandomenico, un senza fissa dimora e con vari precedenti alle spalle, è stato processato per direttissima e il giudice del tribunale di Treviso dopo averne convalidato l’arresto ne ha ordinato il trasferimento nel carcere di Vicenza vista l’impossibilità di poter applicare nei suoi confronti un regime di detenzione domiciliare.