COLONNELLO CC, SUI DELITTI DI MACERATA: “C’E’ ASSENZA DI REGOLE, LE PROCEDURE DI ESPULSIONE SONO UNA FARSA TRAGICOMICA”
Per l’uomo che ha sparato contro un gruppo di immigrati c’è l’aggravante del razzismo. È in isolamento nello stesso penitenziario di Montacuto dove è rinchiuso Oseghale accusato dell’omicidio di Pamela Mastropietro. Nella sua confessione ai carabinieri l’ammissione: “Ho sentito per l’ennesima volta alla radio la storia della ragazza. Ho aperto la cassaforte e preso la pistola”
Vi prego, nel commentare i delitti di Macerata cerchiamo di essere più intelligenti dei nostri politici e più lungimiranti degli sciacalli intellettuali, non è che sia poi così difficile. E’ il commento del colonnello dei carabinieri Salvino Paternò. Chi smembra selvaggiamente il corpo di una ragazza, al pari di chi va in giro per la città sparando nel mucchio, è solo un pazzo criminale.
E la follia non ha connotazioni ideologiche, né di razza. Affermare che sia stata la Boldrini a mettere la mannaia in mano allo squartatore, o asserire che sia stato Salvini ad armare la mano del pistolero è altrettanto folle.
La responsabilità del caos che viviamo non è da ricercare nelle ideologie terzomondiste da salotto o nel fascismo all’amatriciana, bensì solo ed unicamente nell’ASSENZA DI REGOLE. E’ sacrosanto accogliere chi fugge dalla guerra o dalla disperazione, ma altrettanto sacrosanto è espellere immediatamente chi non possiede tali requisiti e, ancor più velocemente, chi viene in Italia a commettere reati.
Ma così non è. Le procedure di espulsione sono una farsa tragicomica e nelle nostre strade vagano eserciti di clandestini, formalmente espulsi, che vivono di spaccio, prostituzione, furti e rapine. E la colpa è di tutti i governanti, a destra e a sinistra, che hanno amministrato il paese negli anni della migrazione senza essere stati capaci di regolarizzare il fenomeno facendolo così incancrenire. Voler nascondere tale responsabilità dietro l’ideologia è da miserabili.
E’ l’impunità e l’assenza di regole – conclude il Colonnello Paternò – che esaspera e terrorizza la gente più di un proiettile vagante o di un cuore strappato.