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‘Chi tutela lo Stato non è tutelato: Serve un Garante per le Forze dell’Ordine’

Le recenti accuse di razzismo mosse dall’ECRI, organo del Consiglio d’Europa, nei confronti delle Forze di Polizia italiane sono state definite infondate e gravemente offensive da Carmine Caforio, Segretario Generale di USMIA Carabinieri.

 

Il Segretario ha dichiarato con fermezza: “Oggi, chi tutela non è tutelato! Attualmente gli operatori di polizia, oltre a subire aggressioni, insulti e sputi, a cui si aggiunge il costante rischio legato al servizio, vengono sistematicamente accusati di fatti calunniosi volti a denigrare l’immagine delle loro onorate divise.”

 

Secondo Caforio, le affermazioni diffuse dall’ECRI inviano un segnale sbagliato alla società, soprattutto ai giovani, costituendo un’irragionevole offesa all’operato quotidiano delle donne e degli uomini in uniforme, che con dedizione, professionalità e sacrificio servono la nazione garantendo sicurezza e diritti a tutti i cittadini, senza alcuna discriminazione, come sancito dalla Costituzione.

 

“La sicurezza e la tutela dei diritti di ogni individuo sono al centro della nostra missione” – ha aggiunto Caforio – sottolineando: “questi sono i valori cardine dell’Arma dei Carabinieri e di tutto il personale appartenente alle Forze dell’Ordine italiane.”

 

In un contesto, quello attuale, in continua evoluzione e caratterizzato da sfide sempre più complesse per la sicurezza interna ed esterna del Paese, le Forze dell’Ordine continuano a rappresentare un baluardo di legalità e giustizia, agendo senza distinzioni di etnia, cultura o religione, per la salvaguardia dei diritti di ogni forma di diversità.

 

Caforio ha inoltre evidenziato come sia profondamente scorretto elevare a sistema episodi isolati per screditare chi rappresenta lo Stato sul territorio, mettendo a rischio persino la propria vita pur di garantire la sicurezza dei cittadini. A tal proposito, lancia una provocazione: “Così come è stata istituita la figura del Garante dei diritti delle persone sottoposte a limitazioni della libertà personale, sarebbe giusto individuare un garante che tuteli l’operato delle Forze dell’Ordine.”

 

Caforio conclude: “Nessuno può permettersi di offuscare la lunga e onorata tradizione di servizio delle Forze dell’Ordine italiane, fondata sul rispetto delle leggi e delle regole della convivenza civile. Difendere il buon nome di chi rappresenta lo Stato sul territorio è un dovere morale di tutti i cittadini, specie di coloro che hanno fatto della difesa dei diritti umani e del contrasto alle discriminazioni una battaglia europea.”

 

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