“CHI PICCHIA UNA DIVISA NON PUÒ INDOSSARE UNA DIVISA”: FLASH MOB DELLA POLIZIA LOCALE
“Chi picchia una
divisa non può indossare una divisa”. Con questa
frase gli agenti della polizia locale di Sesto vogliono manifestare tutta la
loro delusione nei confronti della sentenza che condanna semplicemente ai
servizi sociali la guardia giurata che ha aggredito due loro colleghi.
divisa non può indossare una divisa”. Con questa
frase gli agenti della polizia locale di Sesto vogliono manifestare tutta la
loro delusione nei confronti della sentenza che condanna semplicemente ai
servizi sociali la guardia giurata che ha aggredito due loro colleghi.
Per protestare
hanno organizzato un flash mob insieme ad
altri agenti provenienti da diversi Comuni lombardi. La manifestazione si
terrà mercoledì 20 agosto a partire dalle 15. Dopo una
riunione sindacale, dal Comando di via Volontari del Sangue sfileranno fino al
palazzo comunale, dove sperano di incontrare l’amministrazione.
hanno organizzato un flash mob insieme ad
altri agenti provenienti da diversi Comuni lombardi. La manifestazione si
terrà mercoledì 20 agosto a partire dalle 15. Dopo una
riunione sindacale, dal Comando di via Volontari del Sangue sfileranno fino al
palazzo comunale, dove sperano di incontrare l’amministrazione.
L’obiettivo è da
una parte esprimere solidarietà nei confronti dei due agenti aggrediti,
dall’altra il dissenso verso una sentenza che potrebbe riportare il 37enne
responsabile dell’aggressione a vestire ancora la divisa di guardia giurata.
una parte esprimere solidarietà nei confronti dei due agenti aggrediti,
dall’altra il dissenso verso una sentenza che potrebbe riportare il 37enne
responsabile dell’aggressione a vestire ancora la divisa di guardia giurata.
L’aggressore non sa
ancora se potrà riavere armi e porto d’armi per
continuare a svolgere il suo lavoro. Dal tribunale di Monza non è stato
disposto alcun provvedimento relativo alle armi, essendo possedute regolarmente
dall’uomo e non essendo queste coinvolte nell’episodio in questione.
ancora se potrà riavere armi e porto d’armi per
continuare a svolgere il suo lavoro. Dal tribunale di Monza non è stato
disposto alcun provvedimento relativo alle armi, essendo possedute regolarmente
dall’uomo e non essendo queste coinvolte nell’episodio in questione.
Tuttavia sono state
sequestrate nella perquisizione dell’appartamento e la prefettura dovrà
decidere o meno un’eventuale sospensione del permesso per motivi di
sicurezza.
sequestrate nella perquisizione dell’appartamento e la prefettura dovrà
decidere o meno un’eventuale sospensione del permesso per motivi di
sicurezza.
“Oltre a questa
sentenza inadeguata – dice Alessio Zarra, rappresentante del sindacato
Sulpm – a livello generale protestiamo perché sia
riconosciuto il ruolo della polizia locale. Per il 99% svolgiamo le
stesse competenze delle altre forze dell’ordine, ma se a un agente della
polizia locale accade qualcosa, non esiste alcun riconoscimento di causa di
servizio in favore della famiglia. In più, anche alla luce di quanto successo,
chiediamo di poter riprendere la trattativa locale per la riorganizzazione del
corpo”.
sentenza inadeguata – dice Alessio Zarra, rappresentante del sindacato
Sulpm – a livello generale protestiamo perché sia
riconosciuto il ruolo della polizia locale. Per il 99% svolgiamo le
stesse competenze delle altre forze dell’ordine, ma se a un agente della
polizia locale accade qualcosa, non esiste alcun riconoscimento di causa di
servizio in favore della famiglia. In più, anche alla luce di quanto successo,
chiediamo di poter riprendere la trattativa locale per la riorganizzazione del
corpo”.
Un altro punto che
l’episodio dell’aggressione ha riportato al centro del dibattito è il
servizio in coppia. Con il flash mob gli agenti vogliono ribadire la
necessità di essere almeno in due in servizio, una prassi che anche a Sesto è
al centro di un dibattito che la mette in discussione.
l’episodio dell’aggressione ha riportato al centro del dibattito è il
servizio in coppia. Con il flash mob gli agenti vogliono ribadire la
necessità di essere almeno in due in servizio, una prassi che anche a Sesto è
al centro di un dibattito che la mette in discussione.
Fonte: nordmilano24.it