Cassa previdenza Forze Armate a distanza di anni ancora irrisolta la sperequazione. Ai danni dei soli militari dell’esercito e dei carabinieri.
La cassa Previdenza delle Forze Armate è interamente finanziata con i contributi versati dai relativi iscritti ed ha la finalità di erogare prestazioni previdenziali che, in parte, integrano quelle corrisposte dall’INPS. E’ quanto si legge in un comunicato USMIA.
Tra le varie criticità di gestione, vi è quella generata dall’Art. 1919 del Codice dell’Ordinamento Militare.
Infatti, il citato riferimento normativo prevede che il trattamento economico in esame (Indennità supplementare) spetta ai soli Sottufficiali della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare che transitano nei ruoli dell’Amministrazione civile dello Stato per perdita dei requisiti di idoneità al servizio.
Il medesimo articolo di legge stabilisce, altresì, che l’indennità supplementare debba essere corrisposta anche agli appartenenti della Marina e dell’Aeronautica che sono nominati Ufficiali e Sottufficiali in servizio permanente.
Irragionevolmente, i militari dell’Arma dei Carabinieri e dell’Esercito Italiano, risultano esclusi dal beneficio nonostante il DPR n. 211 del 4.1.09 preveda l’uniformità di gestione dell’Ente che, peraltro, ricade sotto la responsabilità di un unico organismo.
La verosimile illegittima sperequazione ereditata dal retaggio di una precedente gestione certamente diversificata tra i sette fondi ad oggi costituiti per le varie categorie di personale militare, è stata fermamente rappresentata sin dall’anno 2018 dal Consiglio Centrale di Rappresentanza Militare Interforze il quale, in una apposita delibera, aveva espresso la necessità di predisporre una proposta di modifica normativa che, con effetto retroattivo, potesse sanare la situazione omogenizzando tale trattamento economico per il personale di tutte le Forze Armate.
L’intervento, recepito dai Vertici del Dicastero Difesa, produsse un documento frutto di un lavoro sinergico tra lo Stato Maggiore della Difesa e il Co.Ce.R. Interforze.
Risulta altresì che il Consiglio di Amministrazione della Cassa di Previdenza e lo stesso Dicastero della Difesa che esercita funzioni di vigilanza, abbiano assolto ai propri compiti e siano ancora oggi in attesa delle valutazioni di competenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
A fronte di tale situazione, l’aspetto che desta forte perplessità non è solo l’inaccettabile disparità di trattamento esistente tra i militari delle diverse Forze Armate, quanto soprattutto la mancanza di risolutezza da parte della Pubblica Amministrazione rispetto ad una questione che, per quanto articolata, appare rapidamente risolvibile.
Questa Associazione Interforze auspica che il Ministro della Difesa voglia portare urgentemente la questione all’attenzione del legislatore così da dirimere definitivamente questa annosa e incomprensibile sperequazione che continua ad alimentare tensione e malessere tra il personale militare.