CARNI AVARIATE NELLA MENSA DELLA BASE MILITARE, INTERVENGONO I NAS
(di Matteo Marcello) – C’’è anche la fornitura di carni alla Base navale della Spezia tra gli appalti attualmente detenuti dalla «Alessio Carni snc», l’azienda di Monsummano Terme finita nell’occhio del ciclone per la presunta fornitura di carni in cattivo stato di conservazione e la violazione dei capitolati d’appalto nei confronti di numerose strutture pubbliche come scuole ed ospedali, ed enti delle forze armate.
Il blitz dei Carabinieri del Nas di Firenze, all’esito dell’inchiesta coordinata dalla Procura del tribunale di Pistoia che ha portato agli arresti domiciliari cinque persone, ha avuto forte eco anche nel Golfo. E’ bene precisare che nessuna contestazione è stata elevata dagli inquirenti in merito alla gestione dell’appalto che la società toscana ha in essere con la Direzione di commissariato militare marittimo della Spezia: i fatti finora accertati dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità guidato da Pasqualina Frisio si attestano tra il 2015 e i primi cinque mesi del 2016, e non riguardano in alcun modo l’accordo quadro firmato alla Spezia né tanto meno viene messa nel mirino, da parte degli investigatori, la qualità delle carni fornite alle mense della Base Navale.
Tuttavia, la stessa Marina militare una volta appresa la notizia dell’inchiesta ha reputato necessario fermare temporaneamente la somministrazione delle carni arrivate dalla Toscana. La Alessio Carni, solo nel 2016, era riuscita ad aggiudicarsi appalti in tutta Italia per sei milioni di euro. E proprio nel luglio di quell’anno, esattamente il 5, risale la firma dell’accordo quadro tra l’azienda pistoiese e Maricommi, a seguito della gara a procedura ristretta che ha visto l’azienda toscana accaparrarsi grazie a un buon ribasso rispetto alla base fissata da Maricommi il lotto numero 4, ovvero quello relativo alla fornitura di carni bovine, suine, avicole, e uova da cucinare e somministrare alla mensa dipartimentale della caserma Duca degli Abruzzi, ai quattro refettori situati all’interno del perimetro della base navale (la mensa Pianello di Marola e le mense 1, 2 e 3), e a quella di Nave Italia.
Un appalto che, come recita l’accordo quadro, ha un importo presunto annuo di 197.023,20 euro Iva compresa, ovvero pari a 788.092,80 euro nell’arco dei quattro anni. A questo, venti giorni più tardi, segue il primo contratto effettivo, frutto di una procedura negoziata, a copertura del periodo che va dall’1 agosto al 31 dicembre 2016, del valore presunto di 82mila euro e spiccioli. Si arriva così a quest’anno, con Maricommi che, il 10 marzo, sempre nell’ambito dell’accordo quadro, bussa alle porte dell’azienda di Monsummano per chiedere l’integrazione delle derrate alimentari. Le new entry? Involtini di pollo, trippa, coniglio, ossobuco di vitello, cima ripiena alla ligure, spiedini di carne mista, il cui prezzo non doveva discostarsi da quelli stabiliti dall’accordo quadro. Modifiche, quelle richieste dalla Direzione di commissariato della Marina, che l’azienda toscana accettò dopo pochi giorni: l’aggiudicazione definitiva risale al 27 marzo, la firma del contratto arriva invece il 9 maggio. Le cifre? Per il periodo dal 1 giugno alla fine di quest’anno il valore presunto del contratto è stato fissato a 114.930 euro Iva compresa.