Sindacati Militari

Carabinieri di Serie A e Serie B? Il SIC denuncia la gestione ineguale dei servizi armati in Sardegna


Una denuncia accorata dalla base dell’Arma

Con una nota indirizzata al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Luongo, il Sindacato Indipendente Carabinieri (SIC) ha sollevato una questione scottante e non più rimandabile: la gestione disomogenea e opaca dei servizi armati presso la caserma “MOVM Brig. Enrico Zuddas” – sede del Comando Legione Carabinieri Sardegna.

Il Segretario Generale del SIC, Luigi Crocifisso Pettineo, ha messo nero su bianco una situazione che definisce lesiva della dignità e dei diritti dei militari, chiedendo un intervento immediato e diretto dal vertice dell’Arma.


Criteri arbitrari e deroghe senza controllo

Nel comunicato, il SIC denuncia una prassi consolidata che prevede l’esclusione sistematica di alcune “figure” dal servizio armato presso il corpo di guardia, senza che queste deroghe siano formalmente giustificate o sottoposte a verifica gerarchica.

“Tali esclusioni – si legge nella nota – sono affidate alla sola valutazione autonoma dei rispettivi Capi Ufficio, in palese contrasto con i principi di imparzialità e rotazione previsti dalle norme vigenti, come il D.Lgs. 66/2010 e il D.P.R. 39/2024”.

Si tratterebbe, quindi, di un sistema in cui l’arbitrarietà sostituisce la legalità, con l’inevitabile percezione di favoritismi e ingiustizie che minano la fiducia nelle gerarchie.

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Il malcontento tra i militari “operativi”

Secondo il SIC, questo sistema produce una distinzione inaccettabile tra Carabinieri di “serie A” e “serie B”, dove alcuni, senza incarichi ufficialmente incompatibili, vengono sistematicamente esonerati dai turni nei fine settimana, a discapito dei colleghi che operano su regolare orario lavorativo e partecipano anche ai servizi festivi.

“In assenza di attività operative sul territorio – sottolinea Pettineo – queste esenzioni non trovano alcuna giustificazione oggettiva, contribuendo invece a generare malumori, frustrazione e perdita di fiducia nella scala gerarchica”.

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Un appello alla trasparenza e all’uniformità

Alla luce di questa situazione, il SIC chiede al Comandante Generale l’emanazione di una direttiva nazionale, che possa ripristinare trasparenza e uniformità nei criteri di impiego dei militari per i servizi armati, sia a livello regionale sia nelle altre sedi di comando.

In particolare, si richiede che:

  • Ogni esenzione venga formalmente motivata, documentata e verificata gerarchicamente;
  • Sia richiamato il principio di equità tra tutto il personale, salvo casi realmente incompatibili;
  • Venga valutata l’adozione di una circolare nazionale, per evitare interpretazioni soggettive che generano trattamenti disomogenei.

Una richiesta di giustizia, non di concessioni

Il comunicato si chiude con una ferma richiesta di ascolto e rispetto del pluralismo sindacale, sottolineando che la rappresentanza reale non può essere ignorata solo perché scomoda o non conforme alle aspettative dell’Amministrazione.

La forza di un sindacato si misura nei numeri ma anche nella coerenza e nell’efficacia delle sue azioni. Quando l’Amministrazione ignora sistematicamente una sigla regolarmente costituita, si assume la responsabilità della disgregazione del tessuto sindacale e della crisi della rappresentanza”.


La parola ora passa al vertice dell’Arma

Il SIC, infine, si rende disponibile a ogni confronto istituzionale, ma ribadisce che l’inerzia su questa situazione non è più tollerabile. La credibilità delle istituzioni passa anche – e soprattutto – dalla giustizia interna e dall’equità nella gestione del personale.

Un richiamo chiaro e pungente, che mette il vertice dell’Arma di fronte a una scelta: continuare a ignorare o agire per ristabilire legalità e trasparenza tra le fila dei Carabinieri.

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