Carabinieri

Carabiniere ucciso, cambiate le frasi degli americani intercettati in carcere

Li hanno intercettati nel carcere di Regina Coeli mentre parlavano in inglese con avvocati e familiari. Ma nella traduzione consegnata ai magistrati molte frasi sono state modificate cambiando il senso di quanto era stato detto. E altre non sono state proprio trascritte.

C’è un nuovo colpo di scena nell’inchiesta sull’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con 11 coltellate la notte tra il 25 e il 26 luglio scorso a Roma. Perché l’informativa arrivata in Procura fa emergere contraddizioni su quello che sarà il punto centrale del processo contro i due ragazzi americani di 18 anni Lee Finnegan Elder — che si è accanito contro il sottufficiale — e Gabriel Christian Natale Hjorth — che era con lui e ha lottato con l’altro vicebrigadiere Andrea Varriale — accusato di concorso nel delitto.

I nostri originali

I due giovani hanno sempre detto di aver reagito in maniera violenta perché pensavano di essere stati aggrediti da due spacciatori. Sulla base di quanto affermato mentre erano «ascoltati» in cella, i pm di Roma li hanno invece accusati di essere consapevoli che si trattava di due carabinieri. Sono stati i difensori di Elder, gli avvocati Renato Borzone e Roberto Capra, a riascoltare tutti i nastri facendo ripetere la traduzione. Mercoledì prossimo, giorno di inizio del processo, depositeranno il testo integrale proprio per mostrare ai giudici della Corte d’assiste gli errori compiuti e le parti di conversazione non rese note. Conversazioni che invece potrebbero rivelarsi decisive nel giudizio. «Le traduzioni sono state effettuate da un perito scelto dai magistrati», chiarisce l’Arma anche se adesso saranno gli investigatori a dover spiegare perché abbiano deciso di omettere alcune parti.

Le parti cambiate

È il 2 agosto scorso. Elder parla con il padre e con un legale americano. Racconta quanto accaduto una settimana prima nel quartiere Prati di Roma quando sono andati all’appuntamento con il mediatore dei pusher Sergio Brugiadelli al quale avevano sottratto lo zaino e si sono trovati davanti due uomini. Soltanto in seguito si scoprirà che Cerciello e Varriale — vestiti in maglietta e bermuda — erano disarmati. I controlli sul marsupio di Cerciello hanno dimostrato che non aveva neanche le manette e il tesserino. L’avvocato Peters suggerisce di «provare a sviluppare il racconto», ma nell’informativa è scritto: «L’obiettivo è cercare di ridurre l’importanza di queste prove». Poco dopo afferma: «Making motions to the Court, Presentare istanze alla Corte». Nella traduzione è: «Il nostro scopo è cercare di vincere la simpatia della Corte, giocare sulle emozioni». E ancora: bank (banca) diventa tank (macchina militare). Elder poi dice: «When I called mom and told her… police station and they’re saying I killed a cop. Ho chiamato mia madre e le ho detto di trovarmi alla stazione di polizia e mi stavano dicendo che avevo ucciso un poliziotto».Ma la traduzione si trasforma in una confessione: «Ho chiamato casa dicendo di aver fatto la decisione sbagliata colpendo un poliziotto».

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Le parti omesse

Durante il colloquio il legale chiede a Elder se gli sia stato mostrato un tesserino. Lui nega: «They didn’t show anything, didn’t say anything. Non hanno mostrato nulla, non hanno detto nulla». Poi il ragazzo aggiunge: «I didnt’ confess until they told me that it was a cop and that he died. Non ho neanche confessato fino a quando non mi hanno detto che era un poliziotto e che era morto». E infine: «I didn’t know that he was a cop. I thought he was a random criminal guy… mafia guy. Non sapevo fosse un poliziotto. Pensavo fosse un malvivente… un mafioso».

Ma di tutto questo nell’informativa dei carabinieri non c’è traccia.

Redazione articolo a cura di Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera

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