Carabiniere ucciso a coltellate. Confessa uno studente americano: “Sono stato io”
Due cittadini americani sono sospettati di essere gli assassini, sono stati interrogati dai magistrati della procura di Roma nella caserma dei carabinieri di via In Selci. I due sono stati rintracciati questa mattina presso l’hotel Meridien di via Federico Cesi, a pochi passi dal luogo del delitto.
In serata uno dei due fermati ha confessato l’omicidio
Si tratta del giovane con i capelli mesciati apparso in una foto e ripreso da alcune telecamere. Al termine di un interrogatorio fiume, insieme al coetaneo ritenuto suo complice, il 19enne ha ammesso le proprie responsabilità affermando di essere lui l’autore materiale dell’accoltellamento del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
Secondo quanto ricostruito, il vice brigadiere dell’Arma era con alcuni colleghi in servizio e stava fermando due uomini considerati responsabili di furto ed estorsione, quando uno di loro ha estratto il coltello ferendolo più volte. Entrambi i fermati sono poi fuggiti. Trasportato d’urgenza all’ospedale Santo Spirito, il carabiniere è poi deceduto. Dagli accertamenti medici si è saputo che ha ricevuto 8 coltellate, fra cui una all’altezza del cuore e una alla schiena. È arrivato in ospedale in condizioni disperate ed è deceduto poco dopo.
Gli investigatori si sono messi subito sulle tracce due uomini: secondo le prime descrizioni dell’uomo derubato e del carabiniere sopravvissuto, i due autori dell’aggressione sembravano essere di origine nordafricana, ma le indagini hanno preso un’altra pista. Uno indossava una felpa nera, l’altro una felpa viola e con i capelli mesciati.
Sulla sua pagina Facebook, l’Arma dei carabinieri ha scritto che Rega era sposato da poco più di un mese il 35enne. Sul suo profilo Facebook le foto delle nozze, celebrate il 19 giugno, in cui è ritratto sorridente con la moglie.
GLI AGGRESSORI
Secondo quanto si apprende i due pernottavano nell’hotel Meridien, in Prati, a 50 metri da Via Pietro Cossa, dove è avvenuta l’aggressione. Sarebbero stati loro a rubare il borsello in Trastevere, anche se gli investigatori non escludono che altre persone possano essere coinvolte nella vicenda. Al fermo dei due ventenni, si è arrivati attraverso le testimonianze dell’uomo derubato dal borsello, al quale i due avevano chiesto denaro per riconsegnarlo, e la ricostruzione fatta dal collega del carabiniere ucciso che, ieri notte durante la colluttazione, è rimasto ferito. I due fermati sono stati inoltre immortalati dalle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza.
Il consolatodegli Stati Uniti a Roma si è attivato, secondo le procedure previste in questi casi. Ci sono però ancora molti dubbi da chiarire nella vicenda. “Le cose potrebbero diversamente da come sono state ricostruite”, si sono lasciati scappare i magistrati all’uscita dalla sede dei carabinieri.