Carabiniere speronato in servizio, 11 anni per la verità: la Corte d’Appello lo riconosce Vittima del Dovere
Era il 4 giugno 2014 quando un Appuntato Scelto dei Carabinieri riceve l’ordine di intervenire con urgenza in via Cilicia, a Roma. In corso una sparatoria, con pericolo concreto per l’incolumità dei cittadini.
L’ordine arriva direttamente da un Ufficiale del Nucleo Radiomobile, che assume la direzione dell’operazione. Alla guida di una Fiat Bravo di servizio, l’appuntato si dirige verso il luogo indicato insieme al superiore. Ma all’incrocio tra via Prenestina e via Tor de’ Schiavi, l’auto viene speronata violentemente.
Il bilancio è grave: trauma cranico, fratture cervicali e al bacino, con conseguenze permanenti. L’Arma riconosce la causa di servizio.
Il no del Ministero: “Solo un incidente stradale”
Il Ministero dell’Interno nega però il riconoscimento dello status di Vittima del Dovere, classificando l’episodio come “semplice incidente stradale” e riducendo il ruolo dell’appuntato a “autista del Comandante”.
La richiesta viene respinta con l’avallo dell’allora Prefetto di Roma e poi dal TAR del Lazio, che afferma:
“L’evento lesivo non appare direttamente riconducibile all’attività svolta, bensì è stato provocato da un evento accidentale ed estraneo al servizio.”
La svolta in Appello: “Era contrasto al crimine”
Il militare ricorre alla Corte d’Appello di Roma, assistito dall’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere.
I giudici di secondo grado ribaltano il verdetto: quel 4 giugno, l’appuntato non era un semplice autista, ma stava eseguendo un’operazione di contrasto alla criminalità, come previsto dalla Legge 266/2005.
La sentenza condanna il Ministero a riconoscere lo status di Vittima del Dovere, con tutti i benefici previsti: circa 400mila euro di arretrati (calcolo OVD) e una pensione mensile di 2.300 euro.
Le parole della Corte
Nelle motivazioni si legge:
“L’appellante fu speronato mentre, insieme al suo superiore, stava convergendo verso una zona dove erano stati segnalati colpi d’arma da fuoco. È attività rientrante nel contrasto al crimine organizzato, senza che sia necessario un rischio ulteriore rispetto alle funzioni istituzionali.”
“Ho servito lo Stato, ma ho dovuto lottare”
Il carabiniere, oggi in congedo, commenta con amarezza:
“Ho servito lo Stato con lealtà, non avrei mai pensato di dover lottare per vedere riconosciuti i miei diritti. Dedico questa vittoria ai miei commilitoni caduti.”
La denuncia dell’Osservatorio Vittime del Dovere
Per l’avv. Ezio Bonanni questa è una vittoria che va oltre il singolo caso:
“Questa sentenza è una vittoria per tutta l’Arma dei Carabinieri e per ogni servitore dello Stato che rischia la vita ogni giorno. Chi indossa una divisa merita rispetto, non burocrazia e negazione.”
L’Osservatorio denuncia un deficit strutturale di tutela verso le forze dell’ordine e invita gli appartenenti a rivolgersi al servizio di consulenza gratuita tramite il sito www.vittime-del-dovere.it o il numero verde 800 034 294.
Diventa parte di Infodifesa 💼
Sei già un lettore appassionato? Allora sai quanto è importante avere un’informazione di qualità su difesa, sicurezza e forze dell’ordine. Con l’abbonamento ad Infodifesa potrai leggere le nostre notizie **senza pubblicità** e partecipare alle redazioni online e influire attivamente sulle tematiche di interesse.
Sostieni Infodifesa & ABBONATI ORA📲 Unisciti al canale WhatsApp di Infodifesa!
Vuoi ricevere aggiornamenti, notizie esclusive e approfondimenti direttamente sul tuo smartphone? Iscriviti ora al nostro canale ufficiale WhatsApp!
✅ Iscriviti su WhatsAppSenza spam. Solo ciò che ti interessa davvero.