Carabiniere finge furto auto. Aveva investito un passante
S’inventa il furto della sua Mercedes per mano di uno sconosciuto. E giura di essere stato pestato. Tutto per non ammettere di aver causato un incidente. E’ l’accusa per cui è stato condannato a un anno e sei mesi di carcere il carabiniere Giovanni Soppio, autore della denuncia presentata per evitare le conseguenze di un sinistro provocato dopo essere passato con il rosso. È stata la vittima, l’avvocato Fabio Calò – rimasto ferito a una tibia – a smascherare il militare.
La vicenda risale al 20 gennaio del 2012. Soppio denunciò di essersi fermato per aiutare un uomo dolente al bordo della strada ma che lo sconosciuto gli puntò la pistola, gli rubò il portafogli, lo pestò a sangue e poi gli rubò l’auto.
Macchina con la quale il bandito poi colpì quella guidata dall’avvocato Calò, vivo per miracolo. E per finire, lo sconosciuto fuggì. Storia completamente inventata secondo il giudice, che ha condannato Soppio per lesioni, omissioni di soccorso e simulazione di reato: secondo i magistrati è stato lui quella sera a colpire la macchina del legale – difeso in aula dall’avvocato Giuseppina Tenga – e, per nascondere l’incidente, a inventarsi poi tutto pur di non confessare l’errore.
di Giulio De Santis per il Corriere.it