Carabiniere di 23 anni si toglie la vita con la pistola d’ordinanza
Il dramma si è consumato nella mattinata di venerdì 16 agosto. All’improvviso. Perché avrebbe dovuto essere una giornata lavorativa come tante: arrivare in caserma, indossare la divisa, sistemare — in sicurezza — la pistola d’ordinanza.
Ma al di là delle apparenze niente era come al solito. Qualcosa, dentro, non dava pace, e ha covato al punto da consumarlo fino a fargli pensare che le alternative, nessuna, sarebbe stata possibile. C’è andato, al lavoro. Ma una volta arrivato in caserma, a Vobarno, l’arma di servizio l’ha estratta per usarla un’ultima volta: puntandola verso di sé e togliendosi la vita.
Lui, giovanissimo, originario del Sud, aveva iniziato a prestarvi servizio di recente. Da quanto emerge pare fosse in difficoltà, non riuscisse a reggere il peso dell’incarico né — sembra — di alcuni richiami (di routine) nei suoi confronti da parte dei superiori. Forse non si sentiva all’altezza. Forse, al contrario, si sentiva molto solo. Ma ai colleghi in uniforme non avrebbe manifestato disagi forti e gravi a tal punto da fare anche solo sospettare un simile epilogo. I carabinieri sono al lavoro per cercare di ricostruire cosa l’abbia spinto al drammatico gesto in ogni passaggio.
È il secondo suicidio per l’Arma dei carabinieri questa settimana.