Carabiniere “a Luci Rosse” paga per l’immagine infangata dell’Arma
(di Avv. Umberto Lanzo)
Un brigadiere capo dei Carabinieri in congedo dovrà sborsare €39.500 per aver trasformato la caserma in un luogo di abusi e violenze sessuali. La sentenza della Corte dei Conti dell’Umbria mette fine a una vicenda che ha macchiato l’onore dell’Arma.
Uniforme e Distintivo per Ricattare le Vittime
“Il militare ha agito abusando delle sue qualità e dei suoi poteri”, si legge nella sentenza, dove emergono dettagli agghiaccianti. Il carabiniere avrebbe sfruttato il proprio ruolo per costringere diverse donne a subire violenze sessuali, filmando persino gli incontri.
Una prostituta ha dichiarato di “sentirsi costretta a fare sesso col militare perché lui era carabiniere e sottolineava sempre la sua qualità presentandosi in divisa” nelle diverse occasioni d’incontro, compresa l’ultima “accaduta in caserma, quando le aveva offerto protezione in caso di eventuali molestie di clienti”.
Non si è fermato qui. Ha adescato una giovane con “limiti alle capacità cognitive e relazionali”, seguita dai servizi sanitari territoriali, inducendola a rapporti sessuali “traendola in inganno circa la possibilità di realizzare foto e video di carattere pornografico a fini di guadagno”.
La Violenza nell’Ufficio in Caserma
Il caso più sconcertante riguarda una donna convocata in caserma “per la questione del furto di una maglietta”. Il brigadiere, “approfittando dell’assenza temporanea di altri militari”, l’ha costretta a un rapporto orale “spingendola contro il tavolo e facendole capire che, se non avesse accettato le sue avances, avrebbe riferito al marito ciò che sapeva”.
Le perquisizioni hanno rinvenuto nel suo ufficio “numerosi DVD, materiale informatico e fogli manoscritti con nomi di persone femminili”, confermando una condotta predatoria sistematica.
“Carabiniere a Luci Rosse”: Il Prezzo della Vergogna Mediatica
La sentenza evidenzia “il clamore destato da questa vicenda negli spazi giornalistici e sul web (ove si è parlato del ‘carabiniere a luci rosse’)”. Ben 12 articoli di giornale, allegati all’atto di citazione, documentano l’eco mediatica con titoli come “carabiniere arrestato per violenza sessuale” e “ex carabiniere condannato a 4 anni e 4 mesi”.
Un danno all’immagine che la Corte definisce “grave lesione” e “stridente contrasto tra condotte ignominiose da un lato e i doveri di fedeltà, lealtà, legalità ed efficienza propri dei militari in divisa, dall’altro”.
L’Arma Tradita: Una Ferita alla Fiducia Pubblica
“Gli abusi commessi dal convenuto hanno sicuramente intaccato l’immagine dell’Arma dei Carabinieri all’interno e all’esterno”, scrivono i giudici, “andando a minare la fiducia degli altri militari nei confronti dell’istituzione di appartenenza, e soprattutto il rispetto e la fiducia della collettività intera”.
La Corte ha riconosciuto come le azioni del militare rappresentino una “lesione grave che ha provocato alla reputazione, al prestigio ed all’onore dell’Arma dei Carabinieri”, colpendo “una delle forze di polizia più stimate dai cittadini proprio per la dedizione alla tutela della loro sicurezza”.
La Condanna: Pagare per Ripulire l’Uniforme
La difesa dell’ex carabiniere ha tentato di contestare la quantificazione del danno, ma il Collegio è stato inflessibile. “Il convenuto va condannato al risarcimento del danno in favore dell’Arma dei Carabinieri nella misura di complessivi €39.500,00”, oltre interessi, rivalutazione e spese legali.
Una cifra che dovrà pagare chi ha violato “i doveri di ufficio… incompatibili con i doveri di disciplina militare previsti dalla legge, che comprendono gli impegni assunti con il giuramento ad operare sempre con assoluta fedeltà alle istituzioni”.
LEGGI ALTRE SENTENZE DELLA SEZIONE AVVOCATO MILITARE DI INFODIFESA
Infodifesa è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale
Cosa Aspetti? Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI