CAPORALE CHIAMA IL TELEFONO AMICO DELL’ESERCITO, IL COMANDANTE LO SCOPRE E LO PUNISCE
L’Esercito italiano ha attivato un numero telefonico (800.228877) dedicato a migliorare la qualità della vita in Forza Armata con il contributo dell’esperienza del proprio personale; così come si può evincere dal sito internet dell’Esercito italiano, si garantisce e tutela con l’anonimato il personale che volontariamente decide di collaborare per il bene dell’Esercito rivolgendosi al servizio «Esercito Amico»;
Sulla base di quale lodevole iniziativa- scrivono in un interrogazione al Ministro della Difesa i deputati M5S Rizzo, Basilio, Corda, Frusone e Tofalo – un caporal maggiore scelto del Reggimento «Savoia Cavalleria» (3o), in data 20 dicembre 2016, chiedeva informazioni riguardo ad una problematica venutasi a creare in merito al mancato utilizzo della sovra giubba, precluso all’interno della guarnigione anche in presenza di rigide temperature. Il 28 dicembre 2016, il comandante del reggimento comunicava al caporal maggiore D.B. di aver avviato un procedimento disciplinare di corpo per aver contravvenuto alle norme riguardanti i doveri generali dei militari, in particolare, a seguito di una comunicazione pervenuta presso il comando in data 21 dicembre da parte dell’ufficio affari generali del V Reparto affari generali dello stato maggiore dell’Esercito, si evinceva che D.B., il 20 dicembre, lasciava un messaggio vocale al numero dedicato a migliorare la qualità della vita in forza armata denominato «Esercito Amico», lamentando la disposizione della sopragiubba e se tale accadimento fosse conforme alle normative vigenti in materia. Tale comportamento di D.B. avrebbe violato il dovere del militare di osservare la via gerarchica nelle relazioni di servizio, i doveri attinenti al grado rivestito, i doveri relativi alla formazione del personale sull’uso e la disciplina delle uniformi.
A parere degli interroganti, appare grave il fatto che, mentre il servizio di «Esercito Amico» avrebbe dovuto garantire l’anonimato del militare che ha contatto il call center, colui che ha comunicato al comandante di corpo il nome di D.B. è venuto meno al dovere di ufficio della riservatezza, della segretezza e della tutela dell’anonimato, contravvenendo quanto invece disposto dalle norme emanate dallo stesso stato maggiore dell’Esercito;
Il caporal maggior scelto D.B. riceveva, a conclusione del procedimento disciplinare, una punizione di sette giorni di consegna per i fatti ad egli contestati poi ridotti a tre giorni a seguito di istanza di riesame.
Dopo aver esposto i fatti, i deputati chiedono alla Ministra quali risultati siano stati raggiunti dal servizio «Esercito Amico» in ordine a numero di segnalazioni e alla tipologia delle stesse, avvenute dall’avvio del servizio alla data più recente disponibile;
come si concilii il comportamento tenuto dal responsabile del servizio «Esercito Amico» con la normativa in materia di doveri dei componenti delle Forze armate e con le disposizioni che il capo di Stato maggiore ha emanato per l’espletamento del servizio medesimo;
se intenda, valutare se sussistono i presupposti per verificare ogni altro aspetto legato al comportamento dei soggetti coinvolti e del rispetto dell’intera linea gerarchica, in merito ai fatti esposti, al fine di promuovere eventuali iniziative disciplinari.