Bologna, il colpo da un milione con la truffa del finto carabiniere: smascherata la gang in camper
Il travestimento da Carabiniere e il colpo da film
Una pettorina con la scritta “Carabinieri”, una moto con targa contraffatta e la convinzione di non poter essere fermati. È bastato questo a due uomini – un 40enne e un 31enne, entrambi con precedenti penali – per mettere a segno un colpo da un milione di euro ai danni di una donna di 80 anni residente in zona Barca, a Bologna.
Il trucco, ormai tristemente noto, è quello della “truffa del finto carabiniere”: finti agenti che, approfittando della fiducia riposta nelle forze dell’ordine, riescono a entrare nelle case di anziani con la scusa di un controllo, per poi svuotarle con precisione chirurgica.
Il raggiro: “Signora, siamo qui per proteggerla dai ladri”
I due si sono presentati alla porta della donna in sella a una moto, fingendosi Carabinieri impegnati in un’indagine su un furto avvenuto nei giorni precedenti. L’anziana, confusa e spaventata, ha aperto la porta senza esitazioni. I finti militari l’hanno convinta a mostrar loro dove custodiva gli oggetti di valore.
Il caveau domestico della signora è stato svuotato in pochi minuti: orologi di lusso, penne da collezione, gioielli, medaglie al valore del defunto marito. Il bottino, stimato in oltre un milione di euro, è stato caricato in tutta fretta e i due truffatori si sono dileguati, lasciando la donna sotto shock.
Solo dopo la fuga, la vittima ha compreso l’inganno e ha dato l’allarme.
Camper, moto e targhe false: il modus operandi
Le indagini, affidate alla Squadra Mobile di Bologna, si sono subito concentrate su un particolare emerso dai video delle telecamere di sorveglianza del condominio: i due si erano mossi a bordo di una moto con targa contraffatta, trasportata dentro un camper. Non uno qualsiasi, ma parte di un sistema elaborato.
I due criminali, infatti, viaggiavano con due camper – uno con targa italiana, l’altro con targa francese – all’interno dei quali custodivano tutto il necessario per mettere a segno i colpi: travestimenti, attrezzi, e soprattutto la moto utilizzata per gli spostamenti rapidi.
Un metodo collaudato e replicato: arrivavano in zona, parcheggiavano lontano dai luoghi del furto, si muovevano in moto e tornavano ai mezzi solo a colpo avvenuto. Un sistema studiato per evitare ogni collegamento diretto tra la scena del crimine e i veicoli.
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L’arresto a Rimini dopo tre mesi di indagini
Dopo tre mesi di indagini, pedinamenti e analisi incrociate, la polizia ha stretto il cerchio. I due truffatori sono stati arrestati il 28 luglio a Rimini, proprio mentre erano a bordo dei loro camper.
Nel corso delle perquisizioni personali e domiciliari, gli agenti hanno rinvenuto:
- Indumenti da finto Carabiniere
- Attrezzi da scasso
- Contanti
- Preziosi di sospetta provenienza
- La moto utilizzata per i colpi
Molti degli oggetti recuperati sono ora al vaglio degli investigatori per essere ricondotti ad altri colpi simili.
Bottino ancora disperso, ma giustizia in corso
Nonostante l’arresto, del bottino da un milione di euro non vi è ancora traccia. Le indagini proseguono nel tentativo di recuperare gli oggetti trafugati, anche perché molti di essi – in particolare le medaglie al valore – hanno un altissimo valore affettivo oltre che economico.
Entrambi gli arrestati avevano precedenti per reati contro il patrimonio, e uno dei due era già stato denunciato per una truffa identica nel 2023, sempre spacciandosi per un carabiniere.
Un avvertimento per tutti: attenzione ai finti tutori dell’ordine
L’episodio – purtroppo non isolato – rilancia l’allarme su un fenomeno ancora troppo diffuso: le truffe agli anziani da parte di criminali che si spacciano per forze dell’ordine o tecnici del gas.
Diffidare sempre, chiedere conferme e contattare direttamente il 112 sono le prime contromisure. E soprattutto, mai fidarsi di chi si presenta all’improvviso per “proteggere” senza essere stato chiamato.
La fiducia è un bene prezioso. E come ha dimostrato questo caso, può anche essere manipolata e rubata.
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