Bollicine contraffatte, carabinieri accertano presenza di glicerolo industriale
Continua l’accertamento da parte della Procura di Pavia per accertare il caso di contraffazione del vino delle cantine Terre d’Oltrepo
Continua a far parlare di sé il caso dell’ispezione condotta dai carabinieri forestali di Pavia lo scorso 30 marzo presso le strutture della cantina vinicola Terre d’Oltrepo nel pavese. La Procura ha disposto nuovi accertamenti in seguito al rilevamento della “di glicerina ciclica” nelle bottiglie di spumante destinate alla grande distribuzione. La presenza di glicerina industriale è stata rilevata inizialmente dopo le ispezioni di routine effettuate da uno degli acquirenti della cantina, la catena commerciale Eurospin.
Sotto la lente degli ispettori adesso c’è anche il quadro finanziario complessivo. Infatti la Procura ha disposto accertamenti fiscali sui libri contabili. Tra gli indagati figurano sei persone, tra cui il presidente della cantina e il suo vice, insieme agli enologi che vi prestano servizio.
L’accertamento delle forze dell’ordine
Dopo l’esito delle analisi, il gruppo ha allertato le autorità competenti ed è stato predisposto l’intervento da parte della polizia giudiziaria. L’inchiesta coordinata dal magistrato Paolo Mazza, vede al momento indagate sei persone che fanno riferimento alla cantina Terre d’Oltrepo, ma investe anche altri enti che orbitano intorno a uno dei consorzi vitivinicoli più importanti d’Italia. L’indagine ha richiesto l’audizione di una sessantina di persone, tra cui gli enologi e i dipendenti della cantina. Anche gli enti di certificazione cui la cantina fa riferimento sono stati convocati per testimoniare al riguardo.
Attualmente le forze dell’ordine hanno sequestrato la documentazione prodotta nelle sedi del Consorzio tutela vini e Valoritalia che sono gli enti certificatori di riferimento. Sotto la lente degli ispettori anche i fogli di bilancio e i movimenti di acquisti e resi che sono stati fatti nel corso dell’anno da e verso la cantina. Le indagini condotte dalla polizia giudiziaria in collaborazione con gli ispettori antifrode della Regione Lombardia, sono attualmente in corso e per questo si attendono nuovi sviluppi nei prossimi giorni.
Per il momento la contestazione che è fatta a Terre d’Oltrepo riguarda solo la mendacità della classificazione commerciale del prodotto. Gli spumanti venduti, infatti sono commercializzati come “genuini” senza esserlo di fatto.
Nel corso delle indagini, oltre agli accertamenti di natura fiscale e documentale, sono stati prelevati anche campioni di altri vini prodotti nella zona. Il caso di frode è imputabile, per il momento, solo a un lotto di spumanti, ma i prelievi sono stati fatti anche sui vini rossi e bianchi realizzati grazie alla collaborazione degli oltre 700 soci della cooperativa vitivinicola.
La posizione di Terre d’Oltrepo
Gli indagati hanno dichiarato di essere estranei ai fatti e hanno riferito che il lotto di bottiglie incriminato, circa 20.000, è relativo alla produzione dello scorso anno, verso il quale la cantina si era già attivata in proposito.
Il consorzio ha espresso la propria convinzione di aver operato sempre nel pieno rispetto della normativa e di non aver mai operato per minare la qualità complessiva dei propri prodotti. Dichiara infatti di essersi “già attivata con i propri professionisti e tecnici, con l’ausilio di laboratori terzi, per garantire la necessaria trasparenza in merito”.
La frode alimentare
Il caso è emerso all’attenzione dell’opinione pubblica in seguito alla divulgazione dei dati relativi alle verifiche interne sulla qualità dei prodotti commercializzati da Eurospin. L’indagine di routine ha evidenziato la presenza di sostanze adulteranti nelle bottiglie di bottiglie di spumante Metodo Classico Docg, da cui è stato possibile risalire alla presenza del glicerolo di origine sintetica.
Dagli esami di laboratorio condotti a campione è stata rilevata la presenza di specifici isomeri che si formano in seguito alle reazioni chimiche all’interno del vino. La glicerina, infatti, è una componente naturalmente presente nel vino, la sostanza rilevata nel prodotto analizzato è invece di origine sintetica e si usa per ammorbidire e arrotondare il gusto di vini di bassa qualità.
Pur non avendo conseguenze negative comprovate sulla salute umana, la presenza di questi additivi non è ammessa dalla normativa. In allerta anche i Paesi importatori comunitari, che richiedono maggiori garanzie sulla qualità degli alimenti e le bevande destinati all’esportazione, come quelli che si possono trovare in comparazione sul sito https://moltoraffinato.it.
È evidente l’importanza del lavoro svolto dagli ispettori dell’ICQRF, l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari nella tutela del marchio made in Italy nel mondo. Questo tipo di contraffazioni non aiutano di certo a far crescere la fiducia dei consumatori nazionali e dei paesi di destinazione per l’export di prodotti alimentari nazionali.