Bilancio e Aspettative: L’Anno di Guido Crosetto al Ministero della Difesa secondo Unarma
Il Ministro Guido Crosetto sta per terminare il suo primo anno di mandato al Ministero della Difesa, chiediamo al Segretario Generale di Unarma – Associazione Sindacale Carabinieri – Antonio Nicolosi di dare una sua valutazione sull’operato del Ministro in questo anno. Nell’ultimo anno con l’arrivo del ministro Crosetto cosa è cambiato per il Comparto Difesa? «Premetto che abbiamo stima per l’On.Crosetto, che Unarma segue con attenzione sin da quando era sottosegretario, sempre al Ministero della Difesa, nel Governo Belusconi IV. Da allora molte cose sono cambiate, non ultimo la guerra in Ucraina, che ha catturato l’attenzione del Ministro più di altro, facendo si che smarrisse le idee che aveva in passato. Mi spiego meglio. Sembra che le decisioni vengano prese su valutazioni di altri piuttosto che proprie. Lo si è visto ad esempio con il caso Vannacci. Questo in realtà è sempre accaduto, il mondo della Difesa è complicato e chi non è addentrato appieno nelle sue dinamiche non riesce a capirle ne ha governarle.
Auspicavamo che l’On.Crosetto potesse visto il suo trascorso al Ministero della Difesa, avviare una fase di cambiamento, in realtà lo pensavamo anche dall’Ex Ministro Roberta Pinotti, ma i fatti “aimè” fino ad oggi ci hanno smentito. Ritornando alla domanda direi NULLA».
Quali sono le criticità che in questi mesi avete portato all’attenzione del Ministro? «Unarma ogni giorno stila interventi su discrasie che insistono nell’Arma dei Carabinieri riferite al benessere del personale, le stesse vengono inoltrate anche al Ministero della Difesa che non si è mai degnato di rispondere, trincerandosi (pensiamo) dietro i mancati Decreti attuativi della legge 46/2022: ma se un problema esiste cosa centrano i Decreti? Cosa centra chi li denuncia, ovvero se sia una OO.SS rappresentativa (Unarma lo è!) oppure no! Un problema è un problema! E ancora; se una sigla sindacale- oppure come viene denominata nel mondo militare APCSM, acronimo che serve per distinguersi dai sindacati tradizionali, come se questi fossero…. e qui mi fermo – oppure un qualsiasi cittadino denuncia un fatto, solo per dovere bisognerebbe rispondere, ricordiamo che l’Italia è una Repubblica democratica il che significa cosa pubblica, da intendersi come Stato del popolo quindi di tutti, pertanto un Istituzione del popolo deve rispondere alle istanze del popolo». Ci sono state nuove assunzioni? «Diciamo che su questo fronte il Ministro Crosetto, così come il Ministro Piantedosi, si stanno muovendo, nella direzione giusta, con concorsi straordinari per l’arruolamento. Il mondo della sicurezza ha bisogno di più operatori». Dopo l’incontro avvenuto tra i sindacati militari e il Ministro Crosetto cosa è cambiato? «Vede il percorso sindacale militare non si può fermare, ma si può rallentare, questo al di là di come la pensa il Ministro. Ed è questo che ci sembra stia accadendo. In questo caso il Ministro centra poco: secondo quanto leggiamo dai quotidiani il Ministro vorrebbe velocizzare, ma la macchina va a rilento. Ora ci chiediamo: va a rilento perché ha un motore poco potente o perché si cammina con la prima marcia?». Cosa chiedete al ministero? «Più coraggio verso il cambiamento, quindi ritornare con la mente al passato, alle idee di quando era Sottosegretario alla Difesa. Bisogna essere più decisionisti: il mondo militare, per sua natura, non accetta sfumature, rallentamenti e neppure compromessi, soprattutto quando questi sono al ribasso. Questo penso che il Ministro l’abbia compreso. Pensiamo che il Ministro debba imprimere con più forza le proprie idee senza farsi convincere ad agire con idee degli altri. Pensiamo che se il suo agire va su questa direzione le cose possano cambiare in meglio per tutti, sia per l’Istituzione che per i Militari. Parafrasando, più azioni concrete, meno selfie e album fotografici».