Bilancio Difesa 2026: boom di investimenti e armi, +1 miliardo di euro per missioni e personale
Le tabelle al Senato e la lettura della “seconda parte”
Sono stati trasmessi al Parlamento — e in particolare al Senato, che per turnazione effettuerà la prima lettura — i dettagli della Legge di Bilancio. Le tabelle della “seconda parte” del testo, che recepiscono le variazioni decise dal Governo sulla legislazione vigente, permettono di analizzare nel dettaglio le allocazioni dei fondi per la Difesa e gli armamenti, e quindi di stimare la spesa militare complessiva previsionale per il 2026.
Va ricordato che questi stanziamenti vanno considerati al netto dei quasi 23 miliardi di aumento della spesa militare previsti nel Documento di programmazione finanziaria pluriennale (Dpfp) varato a ottobre. Tali somme diventeranno effettive solo dopo che l’UE certificherà l’uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo, consentendo l’attivazione della clausola di salvaguardia per le spese in difesa.
Premesse metodologiche: dati ancora in evoluzione
Le cifre analizzate derivano principalmente dalle tabelle dei Ministeri della Difesa, dell’Economia e Finanze e delle Imprese e del Made in Italy, e sono suscettibili di modifiche: la Legge non è ancora stata votata e molte stime restano parametrizzate in attesa di ulteriori informazioni. Alcuni fondi, come quelli per le missioni militari all’estero, verranno definiti solo nei prossimi mesi.
Un ulteriore elemento di incertezza riguarda il Documento Programmatico Pluriennale della Difesa 2026, la cui trasmissione alle Camere è ormai abituata a ritardi e che, nell’edizione 2025, ha mostrato un calo di completezza e trasparenza.
La “spesa pura” militare e i limiti delle stime
Le cifre in esame riguardano la spesa militare “pura”, cioè quella per personale, esercizio e investimenti in armamenti, in linea con la metodologia NATO, che fissa un target del 3,5% del PIL entro il 2035.
Non sono invece stimabili, al momento, le componenti dell’1,5% aggiuntivo dedicate alla sicurezza nazionale in senso lato: cybersicurezza, difesa delle infrastrutture critiche, resilienza logistica, forze di polizia militare, difesa NBC e sostegno all’innovazione industriale militare. Quest’ultima voce — “rafforzare la base industriale della difesa” — potrebbe in futuro rappresentare un canale parallelo di finanziamento al riarmo.
Un bilancio in crescita: oltre 32 miliardi per il Ministero della Difesa
Il Bilancio 2026 del Ministero della Difesa raggiunge 32,398 miliardi di euro, con una crescita di 1,1 miliardi (+3,52%) rispetto al 2025, consolidando il superamento della soglia dei 30 miliardi avvenuto lo scorso anno.
Nel 2017 il budget era di 19,776 miliardi, salito a 25,935 miliardi nel 2022: un incremento di quasi 12,5 miliardi (+63,8%) in dieci anni, e di 6,4 miliardi (+25%) negli ultimi cinque.
Personale e strutture centrali: oltre 15 miliardi
Dalle cifre del bilancio Difesa si devono sottrarre fondi non militari — come la parte civile dei Carabinieri — e aggiungere fondi esterni di natura militare.
- La componente effettivamente operativa dei Carabinieri (impiegata nelle missioni militari) è stimata in 600 milioni di euro.
- Vanno invece esclusi i 503 milioni destinati alle attività ambientali e agroalimentari dell’Arma.
Il personale operativo delle tre Forze Armate ammonta così a 12,3 miliardi di euro (Esercito 6,3 mld, Marina 2,44 mld, Aeronautica 2,98 mld), in aumento di 617 milioni sul 2025.
Le voci centrali e gestionali totalizzano 2,75 miliardi di euro, così ripartiti:
- 1,36 miliardi allo Stato Maggiore della Difesa;
- 800 milioni agli uffici amministrativi e di bilancio (di cui 300 milioni di obblighi NATO);
- 543 milioni per costi vari (indennità, rifornimenti, servitù);
- 50 milioni per il Gabinetto del Ministro.
Boom degli investimenti in armamenti: oltre 13 miliardi
La quota più esplosiva del bilancio riguarda gli investimenti in nuovi sistemi d’arma.
- La Direzione Nazionale Armamenti (DNA) gestisce 8,7 miliardi di euro, di cui 8,5 miliardi per acquisizioni dirette.
- Il Segretariato Generale della Difesa ne controlla 1,1 miliardi (875 milioni per acquisti diretti).
Complessivamente, quasi 9,9 miliardi di euro del bilancio Difesa sono destinati al procurement militare, in leggera crescita rispetto al 2025.
A questi si aggiungono oltre 3 miliardi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per il programma “Interventi in materia di difesa nazionale” (1.9) e altri 215 milioni dal capitolo “Interventi nei settori industriali ad alta tecnologia”.
Il totale complessivo degli investimenti in armamenti nel 2026 raggiunge così 13,167 miliardi di euro, record storico e +1,42% rispetto al 2025. Nel 2022 la cifra era di 8,27 miliardi, con una crescita del 60% in cinque anni.
Missioni all’estero e pensioni militari
Alle cifre sopra vanno aggiunti:
- 1,18 miliardi di euro per missioni militari internazionali (pari al 90% del programma 4.1 del MEF);
- 4,5 miliardi per la spesa pensionistica militare, aumentata per effetto inflattivo rispetto ai 4,25 miliardi del 2024.
Queste componenti portano la spesa militare italiana diretta 2026, secondo la metodologia Mil€x, a 33,948 miliardi di euro, nuovo record storico, con un +2,8% sul 2025 e +45% rispetto al 2017.
Il rapporto con il PIL e la dimensione NATO
Sulla base delle previsioni del Documento Programmatico di Finanza Pubblica 2025, il rapporto spesa militare/PIL si attesta all’1,46% (solo costi diretti) o all’1,51% includendo i costi indiretti. Valori in linea con il 2025, ma ancora lontani dal 2% chiesto dalla NATO.
Le stime Mil€x, storicamente più prudenti di quelle ufficiali del Ministero, restano comunque coerenti con i dati OCSE e SIPRI, confermando la tendenza a un costante aumento strutturale della spesa per la Difesa italiana, ormai prossima alla soglia simbolica dei 35 miliardi di euro.

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